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29/04/2019 - PIL E CRESCITA: PERMANE UNO STATO DI INCERTEZZA E FRAGILITÀ

“Il momento delicato che caratterizza la nostra produzione e, inevitabilmente, l’economia tout court del nostro Paese purtroppo continua e rappresenta ancora una difficile realtà con cui fare i conti – è il pensiero dell’Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - e diventa sempre più urgente la necessità di trovare soluzioni efficaci e di ampio raggio con cui invertire in maniera significativa la tendenza. È davvero da troppo tempo che la ripresa economica procede tra alti e bassi, senza però consentire all’Italia di lasciarsi realmente alle spalle anni e anni di crisi economica. L’incubo della recessione – aggiunge la Dottoressa Maria Emilda Sergio – continua ad aleggiare sull’economia e non si riesce a trovare il modo per metterlo da parte e inaugurare una nuova stagione per il nostro Paese, stagione che si attende ormai da anni e che viene sempre rimandata a data da destinarsi”.

Una nuova doccia fredda sulla speranze di una crescita costante e in tempi brevi arriva direttamente da Confindustria ed è di pochi giorni fa. La Confederazione generale dell’industria italiana interviene per delineare un quadro non propriamente entusiasmante per quel che concerne la produzione nostrana, elemento di fondamentale importanza anche per tastare il polso all’economia italiana in generale. Il quadro globale è sempre quello di un’economia in convalescenza che sembra tuttora ben lontana da una chiara guarigione, perlomeno nel breve periodo: troppi e troppo netti i segnali di debolezza e di instabilità per poter immaginare a breve uno scatto verso la ripresa. E i numeri e le percentuali forniti da Confindustria spiegano abbastanza bene il cuore della questione.

Nel dare uno sguardo al Pil italiano nei tre mesi iniziali del 2019, si nota subito che la riduzione di tale importantissimo indice si è arrestata: tuttavia, tale dato positivo va letto in un’ottica più ampia. Nel periodo gennaio-febbraio, infatti, la risalita della produzione industriale è legata soprattutto alla ricostituzione di scorte, mentre la crescita del fatturato, pari allo 0,2%, riguarda principalmente i beni strumentali; una nuova flessione è dietro l’angolo secondo gli esperti, visto anche il calo del 2,7% degli ordini industriali, con particolare riferimento a quelli esteri. Gli scenari incerti e fragili per il futuro immediato sono legati anche ai segnali di debolezza per quanto riguarda gli scambi commerciali.

“La preoccupazione per lo stato generale delle cose rimane purtroppo in tutta la sua essenza – è il commento dell’Amministratore Unico del Caf Italia – e trovare delle contromisure davvero efficaci sembra sempre più complicato. Ne deriva un clima generalizzato di sfiducia che di certo non aiuta investimenti e produzione. Insomma, occorre davvero cercare di analizzare la situazione con estrema lucidità e intervenire in maniera rapida – conclude la Dottoressa Maria Emilda Sergio – per dare una svolta all’economia italiana. Servono provvedimenti coraggiosi e riforme ben articolate in diversi settori, tra cui anche quello fiscale: solo in questa modo sarà possibile far ripartire il Paese e lasciarsi alle spalle una crisi che, purtroppo, pare essere infinita”.