15/05/2019 - PRIMO TRIMESTRE 2019, AUMENTO IMPORTANTE DI NUOVE PARTITE IVA
“Le numerose novità che ogni nuovo anno, e ancor di più qualsiasi nuova stagione politica, portano con sé potranno ovviamente essere valutate appieno solo sul lungo periodo – dice la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia – per cui occorrerà attendere e capire in che modo il mondo economico, finanziario, sociale metabolizzeranno qualsiasi innovazioni normativa. Ad ogni modo è comunque possibile avere in genere un’idea abbastanza concreta anche sul breve e medio termine, perlomeno riguardo agli effetti prodotti nell’immediato da qualsiasi nuova iniziativa legislativa. E sicuramente è interessante analizzare come una delle novità più discusse, ossia la flat tax, possa incidere ad oggi sulla realtà economica italiana. Ovviamente, come detto, qualsiasi giudizio approfondito non potrà che essere formulato più avanti – continua la Dottoressa Maria Emilda Sergio – per cui cercheremo di capire in che modo l’intero sistema occupazionale ed economico del Paese reagirà a una novità di certo non trascurabile a livello fiscale”.
Una delle voci più gettonate degli ultimi mesi è sicuramente la Flat Tax: si tratta della traduzione del concetto di tassa piatta, vale a dire di tassa calcolata come percentuale costante, ossia un sistema di natura fiscale che si basa su un’aliquota fissa e non su una logica di progressività, ovviamente al netto di detrazioni o deduzioni eventuali. Relativamente all’impatto della Flat Tax sul nostro Paese permangono molto dubbi a tutti i livelli: basandosi sui dati raccolti recentemente nel consueto “Osservatorio sulle partite IVA” con riferimento al trimestre inaugurale del 2019, la prima cosa che balza all’occhio è un aumento vistoso del numero di aperture di nuove partite Iva in confronto al medesimo periodo del 2018. Tale aumento si concretizza nelle quasi 200mila unità in più, per la precisione 196.060, che in termini percentuali significa un incremento del 7,9%; sempre parlando in termini di percentuale, la parte del leone la fanno le nuove aperture di partita Iva operate da persone fisiche, col 77% sul totale, mentre il 18,5% viene da società di capitali e il 3,5% da società di persone.
Il quadro descritto sopra in termini generali presenta poi ulteriori sfaccettature se si punta l’attenzione su specifici settori o categorie. Identificando la localizzazione territoriale si scopre che le nuove aperture sono avvenute per lo più nell’Italia Settentrionale, per una percentuale del 45% sul totale, area seguita da Sud e Isole con il 33% e dal centro con il 22% del totale. Nel computo delle persone fisiche i maschi rappresentano il 62,1%, dato che si mantiene pressoché stabile con quello dell’anno scorso; il 32,2% dei soggetti che hanno avviato le nuove aperture appartiene alla fascia di età compresa fra i 36 e i 50 anni, mentre gli under 35 rappresentano invece il 45,7% del totale. Spostando il focus sulla classificazione per settore produttivo, il 20,2% del totale del numero di aperture di partite Iva riguarda le attività professionali, il 17,8% il mondo del commercio e il 9,1% il settore delle costruzioni.
“Sebbene ancora basati su un lasso di tempo troppo breve, i dati raccolti dall’autorevole Osservatorio sulle partite Iva – sono le parole dell’Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - vanno ovviamente analizzati per capire cosa sanno raccontarci di questo primo, travagliato scorcio di 2019. Al di là della valutazione di dati e informazioni sempre preziosi, però, sarà bene allargare l’analisi della situazione a tutta una serie di fattori, ossia ad esempio quale sia lo stato attuale di cose per un universo molto particolare come quello delle partite Iva. E tale analisi – conclude la Dottoressa Maria Emilda Sergio – non potrà che toccare una riflessione approfondita sulle dinamiche dell’intero settore occupazionale, interessando tutti i tipi di contratto e le problematiche legate anche al mondo dell’imprenditoria e alla necessità di mettere in atto una riforma fiscale capace di incidere in maniera positiva e concreta sul mondo del lavoro”.