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27/05/2019 - LA REVISIONE MASSIVA DEI CLASSAMENTI DEGLI IMMOBILI NON VA PIÙ BENE

Maggiore attenzione all’oculatezza delle revisioni e minor ricorso a controlli effettuati in massa e in maniera più o meno indiscriminata o comunque basata su elementi scarsi a livello quantitativo o di non comprovata rilevanza. Questa in estrema sintesi l’indicazione scaturita dal recente intervento della Corte di Cassazione che, mediante l’ordinanza n. 12604 di pochi giorni fa, 10 maggio 2019, ha provveduto a respingere un ricorso avanzato dall’Agenzia delle Entrate: la revisione massiva dei classamenti degli immobili di proprietà non va bene, poiché il provvedimento del Fisco deve necessariamente presentare i caratteri della specificità e della puntualità. Non ci si potrà più basare solo sul rapporto fra valore di mercato e valore catastale, anche in conseguenza di un’indicazione molto importante, ossia la Sentenza n. 249 del 10 gennaio 2017 ad opera della Corte di Cassazione: vanno elencati, infatti, gli elementi che hanno inciso sulla microzona. La Corte Costituzionale aveva infatti chiarito come: “La natura e le modalità dell'operazione enfatizzano l'obbligo di motivazione in merito agli elementi che hanno, in concreto, interessato una determinata microzona, così incidendo sul diverso classamento della singola unità immobiliare; obbligo che, proprio in considerazione del carattere «diffuso» dell'operazione, deve essere assolto in maniera rigorosa in modo tale da porre il contribuente in condizione di conoscere le concrete ragioni che giustificano il provvedimento”: si ribadisce quindi in tal modo la necessità di mettere in atto un provvedimento specifico e puntuale da parte dell’amministrazione.