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22/05/2019 - ITALIANI E TASSE, NECESSARIO RIVEDERE IL SISTEMA FISCALE

“Nel nostro ruolo di addetti ai lavori nonché nella nostra veste di cittadini e contribuenti crediamo fermamente nel fatto che una svolta decisiva per il nostro Paese avverrà nel momento in cui ci sarà una diversa e più radicata cultura del rispetto delle regole – è il pensiero della Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia – e quando ogni cittadino sarà intimamente convinto del fatto che il cambiamento potrà davvero avvenire per la collettività quando avverrà prima di ogni altra cosa dentro ognuno di noi, nelle nostre convinzioni e azioni quotidiane. Reputiamo però che per arrivare a questo risultato, bello ma molto difficile, occorra tanta pazienza e serva investire da subito sull’informazione, puntando soprattutto sulle nuove generazioni; crediamo altresì che – continua la Dottoressa Sergio – sia assolutamente necessario fare in modo che il rapporto fra Fisco e contribuenti e, più in generale quello fra Istituzioni e cittadini, diventi meno aspro e più trasparente, più attento alle esigenze di persone e imprese”.

Purtroppo la storia, ancora una volta, si ripete: il rapporto tra gli italiani e l’Erario continua a presentare tante difficoltà e non sarà felice invertire la tendenza anche se chi ha il compito di farlo dovrà provarci con tutti gli strumenti a disposizione: ci riferiamo al fatto che esiste una sproporzione, purtroppo anche molto vistosa, fra chi paga le tasse e chi invece evade il Fisco, nonchè tra le somme versate fra i diversi soggetti chiamati a onorare gli obblighi tributari previsti per legge. Non esiste giustificazione ovviamente per chi infrange le regole cercando di limitare tali spese che, a dire il vero, spesso sono estremamente pesanti se non proprio insostenibili; purtroppo ci si dimentica che sottrarre impunemente risorse economiche allo Stato crea disagi a tutta la collettività, peggiorando la situazione globale del Paese da ogni punto di vista, anche per quel che riguarda l’erogazione a tutti di servizi indispensabili e incidendo anche in maniera molto grave su qualsiasi scelta legata all’incentivazione del mondo del lavoro. I numeri però parlano chiaro e raccontano di una percentuale del 58% delle tasse riscosse sul reddito pagate dal solo 12% dei contribuenti italiani, con gran parte del peso Irpef che grava su chi paga integralmente le tasse con trattenuta alla fonte, ossia pensionati e lavoratori dipendenti. Non a caso, la tassa più evasa nel nostro Paese è l’Iva, quella cioè che riguarda il lavoro autonomo.

La Dichiarazione dei redditi, sul totale di oltre 60 milioni di abitanti in Italia a fine 2017, è stata presentata da più di 41 milioni di contribuenti, mentre chi versa almeno un euro all’Irpef rientra in una fetta composta da poco più di 30 milioni e mezzo di persone: da questo di deduce che quasi la metà degli italiani non versa nulla di Irpef perché non ha reddito. Un altro dato che fa riflettere riguarda il fatto che i 18 milioni e 600mila contribuenti facenti parte delle prime due fasce di reddito, ossia fino a 7.500 euro lordi a poi fino a 15.000 euro lordi all’anno, pagano il 2,62% del totale Irpef, nonostante rappresentino numericamente più del 45% del totale. Considerando che il gettito Irpef è rappresentato da quasi 165 miliardi di euro, va notato come il grosso di tale cifra sia a carico di poco più di 5 milioni di abitanti, il 12,28% del totale dei contribuenti, che dichiarano redditi a partire da 35mila euro e che si trovano a pagare il 57,88% dell’intero peso Irpef.

“La situazione relativa al rapporto fra Fisco e contribuenti, come detto, è contraddistinta da numerose problematiche, fatte anche da incongruenze e norme non sempre di facile interpretazione – è il pensiero dell’Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio – per cui occorre che tutte le forze in gioco, tutti gli attori coinvolti in tali dinamiche già di per sé complesse, facciano il massimo per semplificare e migliorare tale realtà fondamentale per tutto il Paese. Ripetiamo da tempo che una riforma fiscale articolata e completa rappresenta un’esigenza ormai ineludibile per il Paese, poiché solamente con la realizzazione di un sistema fiscale più a misura di contribuente, giusto, sostenibile, trasparente, comprensibile ed equo si potrà accelerare il processo di riavvicinamento fra contribuenti e Stato. Dal canto nostro – conclude la Dottoressa Maria Emilda Sergio – continueremo a stimolare la discussione con gli enti competenti affinché si possa progredire in tal senso, convinti che la strada della fermezza nel perseguire i reati fiscali sia assolutamente giusta, ma che debba essere affiancata da un cambiamento importante dell’intero sistema fiscale”.