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05/06/2019 - TASSA SUI GIGANTI DEL WEB, PERMANGONO DIVERSE POSIZIONI
Per riuscire a mettere in piedi un sistema di controllo fiscale realmente efficiente è ormai imprescindibile un alto e intenso livello di cooperazione fra tutte le istituzioni, nonché fra i diversi Paesi; in tal senso, le diverse organizzazioni sovranazionali giocano un ruolo di primissimo piano nel fornire un contributo indispensabile per garantire il rispetto delle regole vigenti contro i fenomeni di elusione ed evasione fiscale. Uno dei temi più spinosi riguarda sicuramente la digital tax, vale a dire la tassa sui colossi digitali: è un argomento particolarmente delicato, sia per le enormi somme in ballo, sia perché si fatica parecchio a scegliere, a livello internazionale, una linea guida sicura da seguire e che metta d’accordo tutti. Anche in seno all’Ocse si registrano diverse posizioni che appaiono, al momento, inconciliabili e che fanno capo alla visione americana, a quella inglese e a quella del G24. Secondo gli inglesi sarebbe opportuno che i giganti della rete venissero tassati sulla base del numero di utenti presenti in ogni giurisdizione specifica; per gli U.S.A. andrebbe bene invece riconoscere il fatto che le multinazionali abbiano la possibilità di creare reddito in quei Paesi dove non possono contare su una residenza fiscale; il G24, infine, spinge sul concetto di organizzazione stabile, affinché si provasse a sottoscrivere una definizione il più ampia possibile che comprenda pure i fattori virtuali. Inoltre, Francia e Germania, a livello Ocse, puntano all’introduzione di una corporate tax minima a livello globale.