28/06/2019 - IN LEGGERO AUMENTO LA PRESSIONE FISCALE
“Il rapporto fra Fisco e contribuenti è, per definizione, tutt’altro che agevole – sostiene la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia – e ciò dipende sicuramente anche da un fattore culturale: nell’immaginario collettivo il Fisco è quel soggetto che ci impone di cedere parte dei nostri guadagni, ma è come se ci si dimenticasse del fatto che tali risorse servono proprio per fornire a tutti noi, alla collettività, servizi di varia natura e assolutamente indispensabili. Partendo da tale considerazione reputiamo fondamentale che i cittadini contribuenti imparino a pensare al Fisco come a una risorsa creata per l’appunto mediante il contributo di tutti noi – aggiunge l’Amministratore Unico del Caf Italia – e che non si associ il pagamento di tasse e imposte a un’ingiustizia perpetrata dallo Stato ai danni dei suoi cittadini. Ovviamente però per far sì che il Fisco non risulti arcigno o cattivo è più che mai necessario consegnare agli italiani un sistema fiscale più attento alla realtà della gente”.
La pressione fiscale rappresenta senza dubbio un autentico tallone d’Achille per il nostro Paese, in special modo in periodi come quello attuale, caratterizzati dalla difficoltà che sembra insormontabile di superare la crisi e di iniziare un processo costante di ripresa economica. La crescita invece si incaglia su numerosi ostacoli, e fra questi gli obblighi fiscali sono tra i più arcigni e complicati da superare. I dati comunicati di recente dall’Istat continuano a raccontare di come la situazione di difficoltà persista ancora per gli italiani: nei primi tre mesi dell’anno in corso, infatti si è registrato un aumento dello 0,3% della pressione fiscale rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso. Il 38,0% fatto registrare nel trimestre inaugurale del 2019 rappresenta il risultato più alto dal 2015.
Insieme alla pressione fiscale, però, arriva anche un aumento relativo ad una voce diversa: cresce infatti, nei primi tre mesi del 2019 rispetto ai tre mesi del 2018, anche il potere d’acquisto delle famiglie. Si tratta di un dato importante anche perché interrompe una tendenza negativa che aveva caratterizzato invece gli ultimi due anni e perché segna un nuovo massimo dal 2012; non va però trascurato il fatto che si è ancora abbastanza nettamente sotto il livello pre-crisi, in particolare rispetto al picco toccato nel 2007. Cresce anche la propensione al risparmio delle famiglie, considerando che, tenendo come riferimento il periodo gennaio-marzo 2018, è aumentata dello 0,7% nel trimestre iniziale del 2019. Altro dato importante è quello che riguarda il rapporto tra deficit e Pil, assestatosi al 4,1%, lievemente in ribasso rispetto al 4,2% dello scorso anno nel trimestre iniziale.
“È assolutamente indispensabile che i dati forniti dall’Istat e dagli addetti ai lavori vengano sempre tenuti nella debita considerazione – è il pensiero dell’Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio – perché soltanto conoscendo in maniera chiara e precisa la realtà del Paese e l’evoluzione di determinate situazioni è possibile pianificare e mettere in atto le necessarie contromisure. La questione fiscale continua a rappresentare una priorità assoluta per il Paese – conclude la Dottoressa Maria Emilda Sergio – e occorre intervenire per apportare quei cambiamenti strutturali a nostro avviso indifferibili e irrinunciabili per poter provare davvero a effettuare i necessari passi in avanti in termini di crescita economica e occupazionale”.