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19/07/2019 - FATTURE FALSE, SEQUESTRI PREVENTIVI NON SEMPRE ATTUABILI

L’utilizzo di uno strumento importante e di grandissimo impatto come quello del sequestro non può essere indiscriminato ed è anzi sottoposto a dei limiti che devono essere scrupolosamente rispettati. Sull’argomento e sulla sua applicazione in materia fiscale arriva un importante chiarimento da parte dei giudici che, nel dirimere come sempre una vicenda specifica, affrontano una questione generale dettando precise linee guida da applicare anche in casi futuri riconducibili alla medesima casistica. In particolare, mediante la sentenza n. 30414 della terza sezione penale della Cassazione, pubblicata il 10 luglio 2019, arrivano indicazioni di notevole rilevanza per quel che concerne l’applicabilità del sequestro preventivo per equivalente ai danni dell’imputato per fatture false accreditati in banca alla società successivamente al momento in cui si sarebbe consumato il reato ipotizzato. I giudici infatti evidenziano come, per poter bloccare le somme arrivate sul conto dopo l’emissione della misura cautelare, occorre necessariamente provar che il denaro in questione rappresenta un risparmio di spesa che deriva direttamente dalla dichiarazione fraudolenta per operazioni inesistenti a causa della quale si sta procedendo. Il ricorso all’applicazione del sequestro preventivo viene dunque stoppato in casi riconducibili a quanto sopra descritto.