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22/07/2019 - DELUDENTE IL GETTITO DERIVANTE DAL REDDITOMETRO

Le grandi aspettative riposte nell’introduzione di uno strumento annunciato come rivoluzionario, ossia il redditometro, sono purtroppo andate in gran parte deluse, soprattutto rispetto alle previsioni (rivelatesi decisamente troppo ottimistiche) legate al recupero di somme importanti nelle casse dello Stato. Se infatti è vero che nel 2018 gli accertamenti mediante redditometro sono cresciuti in maniera imponente rispetto al 2017, facendo registrare un +38%, è altrettanto vero che a fronte del maggior gettito immaginato di circa un miliardo di euro che tale soluzione avrebbe dovuto portare, ci si trova al cospetto di cifre notevolmente più contenute, pari a 1,2 milioni di euro. A evidenziare i numeri legato a tale questione è la Corte dei Conti, mediante la relazione sul rendiconto generale dello Stato 2018: in sostanza emerge come i numeri apparentemente positivi dell’accertamento sintetico si rivelino in realtà fragili e con molte ombre per quel che riguarda il vero obiettivo, ossia il gettito prodotto. Sono in particolare due i punti che generano le maggiori perplessità riguardo ai risultati conseguiti dal redditometro: innanzitutto quasi il 20% degli accertamenti sintetici ha comportato una maggiore imposta poco significativa, compresa fra 0 e 1.549 euro, e ciò si pone in contrasto con la stessa ratio dell’accertamento, che invece dovrebbe avere come obiettivo quello di scovare una divergenza importante tra il reddito dichiarato e quello poi accertato da tale strumento. Il secondo punto riguarda direttamente le performance stesse del redditometro, poiché sul totale degli accertamenti emessi, una percentuale molto alta (27%) si è definita per mera inerzia del contribuente e di conseguenza è facile prevedere conseguenze negative rilevanti in termini di introito delle somme accertate.