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30/09/2019 - NIENTE BENEFICIO FISCALE PER CONSULENZE A VUOTO

Inerenza e perseguimento di uno scopo produttivo: questi i concetti cardine su cui deve basarsi la possibilità di usufruire di agevolazioni fiscali, secondo i giudici della Corte di Cassazione. Mediante l’ordinanza n. 24126 dello scorso 27 settembre, infatti, la Cassazione ha provveduto ad accogliere il ricorso avanzato dall’Agenzia delle Entrate rovesciando di fatto il precedente verdetto di merito. La vicenda in questione riguarda una società che aveva acquistato determinate consulenze al fine di dare il via a un progetto con la Regione; tuttavia, tale intento non è stato mai portato a termine e, secondo quanto appurato dalla Cassazione, neanche perseguito. Di conseguenza, non può essere riconosciuto il diritto alla detrazione fiscale. Nella sentenza, si legge infatti che “sia ai fini della deduzione dei costi in tema di imposte dirette sia ai fini di detrazione Iva, incombe sul contribuente l'onere di provare l'inerenza del bene o del servizio acquistato all'attività imprenditoriale, intesa come strumentalità del bene o del servizio all'esercizio dell'attività medesima”. Se le cessioni di beni da parte di società commerciali possono considerarsi sempre effettuate nell'esercizio dell'impresa, ai fini della detraibilità dell'imposta è onere di chi l'invoca provare che le operazioni passive sono state effettivamente compiute nell'esercizio dell'impresa, e cioè in stretta connessione con le finalità imprenditoriali.