09/01/2020 - CARICO FISCALE INIQUO E INSOSTENIBILE PER LE PMI ITALIANE
“La necessità di pianificare e realizzare una riforma fiscale coraggiosa e importante è, dal nostro punto di vista, ormai irrinunciabile – sono le parole della Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia – se si pensa alla situazione reale del Paese ad oggi. Esistono numerose problematiche che è tempo di affrontare in maniera decisa e, in certe occasioni, anche radicale. Un Fisco trasparente, sostenibile ed equo rappresenta per noi il punto di partenza indispensabile per rilanciare l’economia, ridare slancio ai consumi, restituire fiducia a contribuenti e aziende, e anche per favorire risultati ancor più efficaci nella difficile lotta contro i fenomeni di evasione ed elusione fiscale. Si tratta indubbiamente di un lavoro molto impegnativo – sostiene la Dottoressa Maria Emilda Sergio – ma che porterebbe sicuramente risultati importanti e che permetterebbe di dare un grande impulso alla crescita”.
Da tempo, privati e aziende denunciano come il carico fiscale di cui sono oggetto è al limite della sostenibilità se non, in molti casi, anche ben al di là di un limite che può realmente considerarsi accettabile. Restare a galla in una mercato con logiche sempre più spietate dovendo tra l’altro fronteggiare il pagamento di tasse e imposte sempre più alte diventa spesso impossibile; se a queste difficoltà si aggiunge il fatto che le regole non sempre sono uguali per tutti, il problema diventa una montagna insormontabile. Un dato che fa riflettere su quanto appena detto è il seguente: le nostre piccole e medie imprese sono soggette a un carico fiscale pari al 59,1%, che se confrontato alla media europea presenta una differenza enorme, essendo questo pari al 42,8%; ma a rendere il tutto ancor più difficile da accettare è che le controllate del web registrano in Italia una tax rate pari al 33,1%.
I numeri sopra illustrati descrivono una realtà che ha del paradossale e che va a tutto svantaggio delle Pmi nostrane, costrette a fare i salti mortali per restare a galla, mentre i colossi della rete si trovano a dover far fronte a un carico fiscale praticamente dimezzato rispetto alle piccole e medie imprese italiane. Tra i Paesi dell’area Euro, solo in Francia è presente, secondo i dati, una situazione ancora peggiore, con le imprese transalpine costrette a versare in tasse il 60,7% dei profitti. Per cercare di spiegare tale fenomeno, basti pensare che la metà dell’utile ante imposte è tassato in Paesi a fiscalità agevolata. Va inoltre aggiunto che anche alcuni grandi marchi italiani godono di una fiscalità di vantaggio poiché hanno provveduto a trasferire la propria sede principale o di una consociata fiori dai confini nazionali.
“Il sistema fiscale italiano presenta indubbiamente delle criticità notevoli che è ormai il caso di affrontare e risolvere – è il pensiero dell’Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio – per dare un segnale forte all’economia italiana e instaurare un nuovo patto fra Fisco e contribuenti, sia aziende che privati. Un Fisco equo darebbe inizio sicuramente a una nuova fase, così come un sistema fiscale trasparente, chiaro e sostenibile, dove la possibilità di muoversi al limite della legalità sia sempre più difficile. Occorre davvero dare una svolta – conclude l’Amministratore Unico del Caf Italia – e consentire al Paese di lasciarsi finalmente alle spalle anni di grandissima difficoltà”.