31/01/2020 - SOCIALE NETWORK: FISCO SEMPRE PIÙ ATTENTO MA… OCCHIO AL RISPETTO DELLA PRIVACY
“Il problema del controllo oppressivo e in contrasto con le regole esistenti in materia di privacy da una parte, e quello della necessità di incrementare e intensificare il livello dei controlli in materia fiscale – sono le parole della Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia – continua a dividere e a far discutere, come è normale che sia in merito a problematiche così delicate e di interesse così vasto. Il confine fra ciò che è lecito e legittimo fare e cosa no in materia di controllo in tal senso è davvero sempre più sottile e non è per nulla agevole – aggiunge l’Amministratore Unico del Caf Italia - far coesistere da una parte l’esigenza di combattere contro i fenomeni di elusione ed evasione fiscale che sottraggono ogni anno enormi somme dalle casse dell’Erario, danneggiando tutti i cittadini, e dall’altra, allo stesso tempo, l’altrettanto importante esigenza di tutelare i cittadini e scongiurare il rischio di vivere in una sorta di società iper-controllata degna dei romanzi distopici di fantascienza”.
Anche i social network, com’è noto da un po’ di tempo sono diventati inevitabilmente “terreno di caccia” di grande interesse per il Fisco nostrano. Spazi virtuali popolati da milioni di cittadini/contribuenti vengono regolarmente passati al setaccio dagli attori preposti a verificare il rispetto delle regole vigenti, poiché Facebook e Instagram, ad esempio, possono rivelare dettagli e situazioni sospette relative a tante persone. Di recente, sta diventando strumento prezioso per il Fisco anche il controllo su Google Street View: l’allargamento degli spazi su cui effettuare verifiche di questo tipo, unitamente alla sempre più stretta cooperazione fra i diversi organi (ad esempio, a seguito della nuova Manovra, Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate sono sempre più a stretto contatto), fa sì che la lotta all’evasione venga condotta in maniera ancor più efficace e capillare, facendo però storcere sempre più il naso a chi sostiene che il diritto alla privacy venga via via costantemente meno tutelato.
La sensazione, però, è che si stia sempre più seguendo una tendenza ben precisa negli ultimi anni, ossia che si preferisca dar seguito al potenziamento dei controlli, spingendo fino all’estremo le forzature possibili nei confronti delle leggi che regolano il rispetto dei dati sensibili dei cittadini. È notizia ormai diffusa da tempo, ad esempio, quella relativa all’introduzione di un super algoritmo che avrà una funzione specifica, ben delineata: passare in rassegna i conti correnti degli italiani allo scopo di portare alla luce situazioni poco chiare mediante la verifica di bonifici in entrata e in uscita, versamenti e operazioni di ogni genere, andando alla ricerca di incongruenze o movimenti sospetti. A fare la differenza in tal senso, tracciando una linea di confine importante fra il prima e il dopo, era stato il Fisco italiano quando, nel 2016, aveva fatto rifermento al concetto di “fonti aperte” elencando le azioni legate per l’appunto alla prevenzione e al contrasto all’evasione fiscale: il concetto di fonti aperte, in altri termini, indicava la possibilità, per chi controlla, di effettuare tali verifiche non solo limitandosi alle informazioni presenti nelle banche dati, ma anche usufruendo di notizie in arrivo da altre fonti, altre fonti che includono ad oggi anche pagine web e social network.
“Prendere posizione in maniera chiara e netta non è per nulla semplice davanti a due esigenze in apparenza contrapposte ed ugualmente importanti a nostro avviso – è quanto dichiara la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia – e dunque bisogna sempre valutare con grandissima attenzione la situazione nella sua interezza. Va da sé che il rispetto delle norme in materia di privacy sia assolutamente inderogabile, così come la necessità di combattere in maniera sempre più efficace i fenomeni di evasione e di elusione fiscale. Spetta alle istituzioni e agli organi preposti sapere inquadrare il problema di far coesistere queste due esigenze indifferibili – conclude la Dottoressa Maria Emilda Sergio – ma d’altro canto siamo persuasi che un grande contributo potrà essere apportato da una parte da ogni singolo contribuente, sia dai privati che dalle aziende, mediante il rispetto delle norme esistenti, e dall’altra da un Fisco capace di rinnovarsi nel nome di valori quali equità, sostenibilità e trasparenza”.