21/02/2020 - IL FISCO PARLA AI GIOVANI CITTADINI
“Il nostro Paese ha a che fare, indubbiamente, con un sistema fiscale problematico e che a nostro avviso andrebbe rivisto e addirittura rifondato – sostiene la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia – ma allo stesso tempo siamo convinti del fatto che occorra promuovere e avviare in concreto un’altra rivoluzione della medesima portata, se non addirittura più grande e impegnativa. Crediamo infatti che sia assolutamente necessario fare in modo che il primo cambiamento avvenga a livello culturale e che tale cambiamento riguardi tutti, ognuno di noi, ogni singolo contribuente, e che si basi su una riflessione che potrebbe sembrare scontata ma che in realtà è sempre più lontana dalle opinioni generali: pagare le tasse e, più in generale, rispettare le norme esistenti, significa fare il bene della collettività, di lavoratori, disoccupati, famiglie, imprese. Oltre che incorrere in sanzioni di sorta – aggiunge l’Amministratore Unico del Caf Italia – non rispettare le norme, a iniziare dal non pagare le tasse, significa danneggiare se stessi e gli altri, sottraendo allo stato risorse importanti da investire poi nel miglioramento dei servizi, dalla sanità all’istruzione, dai trasporti alle misure a favore di particolari categorie, solo per fare alcuni esempi”.
Si parla molto in questi giorni di un concetto fondamentale: l’importanza del rispetto delle regole tout court, con focus particolare sulla necessità che i cittadini adempiano all’obbligo di contribuire alle spese dello Stato, così come indicato tra l’altro anche dalla Costituzione, dove all’articolo 53 si legge infatti che “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. Il problema ormai cronico dell’evasione fiscale però continua a impoverire le casse dell’Erario in maniera pesante e per combattere in maniera efficace tale problema serve una strategia valida condotta su diversi ambiti; e se è vero che il notevole potenziamento delle attività di controllo volte a stanare piccoli e grandi evasori ha portato risultati positivi anche se tanto rimane da fare in materia, allo stesso tempo si fa più che mai pressante la necessità di agire anche a un altro livello. Proprio a questa riflessione può essere collegata una recente iniziativa di grande interesse, e già dal titolo del progetto in questione si può capire di cosa si tratti: ““Tasse? Ce le racconta il commercialista”. In sostanza, si tratta di un progetto di cittadinanza attiva realizzato dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti con lo scopo di far sì che concetti come l’importanza di pagare le imposte e, come detto, il rispetto della legalità, entrino tra le mura delle scuole elementari per raggiungere i più piccoli. E non si esclude che tale progetto, avviato in passato già in alcune realtà territoriali circoscritte, non venga esteso anche alle scuole medie, raggiungendo tutto il territorio nazionale.
Come spiega direttamente il Consiglio nazionale dei commercialisti, si punta a diffondere tra i cittadini più giovani la consapevolezza dei benefici, in termini di servizi pubblici, che derivano dal pagare correttamente le tasse. La scuola diventa quindi il luogo privilegiato per far sì che la diffusione di queste idee e di questi principi assolutamente irrinunciabili diventi concreta: non per niente infatti si parla di cittadinanza attiva, proprio perché il concetto chiave è il fatto che si spiega ai giovani cittadini come il pagare le tasse significhi contribuire alla ricchezza dello Stato a vantaggio di tutta la collettività. Adempiere in maniera spontanea agli obblighi fiscali significa dunque essere parte di quell’insieme che forma l’essenza dello Stato. E proprio attraverso queste iniziative rivolte ai più piccoli si spera di iniziare a dar vita a un percorso più articolato e completo in grado di coinvolgere tutti e di preparare i cittadini del domani.
“Qualsivoglia iniziativa atta a informare ed educare i piccoli cittadini al bene dello Stato è assolutamente lodevole e va incoraggiata – afferma la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia – specialmente in un periodo particolarmente delicato sia per quel che concerne la situazione occupazionale e economica in generale del nostro Paese, sia per quanto riguarda i rapporti dei cittadini con la politica e le istituzioni. Rivolgersi ai bambini per far capire cosa significhi pagare le tasse e partecipare in maniera attiva alla vita dello Stato è quindi qualcosa di positivo e incoraggiante; tuttavia – conclude la Dottoressa Maria Emilda Sergio – sarebbe di vitale importanza agire anche nel breve e medio periodo, mettendo in atto una riforma fiscale coraggiosa e profonda in grado di ricomporre quella distanza, purtroppo netta e d evidente, fra contribuenti e Fisco”.