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06/03/2020 - ANCHE LA RICHIESTA PER IL MUTUO PUÒ NASCONDERE L’EVASIONE
Oggi siamo in un periodo in cui la lotta ai fenomeni di evasione ed elusione fiscale si è notevolmente intensificata, con una quantità e una frequenza di controlli mai viste prima e con una sempre più stretta collaborazione fra i diversi organi preposti a ciò. Tra i possibili indizi di evasione ormai rientrano anche determinati comportamenti, davanti ai quali l’Agenzia delle Entrate può ormai far scattare una sorta di allarme e dare luogo a verifiche di vario genere. Anche nel caso in cui si conosca la provenienza del denaro arrivato sul conto corrente di una persona, le Entrate hanno facoltà di indagare: ad esempio, se i mutui richiesti per l’acquisto di un immobile sono erogati per un importo maggiore rispetto a quello di vendita dello stesso immobile, l’Ufficio può pensare che la parte non spesa sia anche quella nascosta al Fisco e l’onere della prova, in tale circostanza, ricade sul contribuente, il quale sarà chiamato a dimostrare di non aver commesso l’illecito. A chiarire le cose sull’argomento è la sentenza n. 4661 della Corte di Cassazione del 21 febbraio 2020: i giudici hanno infatti affermato che “costituisce fatto notorio che le banche eroghino, di norma, mutui per importi inferiori rispetto al valore effettivo dell’immobile da acquistare. Ne consegue che se il prezzo di vendita è minore delle somme oggetto del mutuo, vi è un chiaro indizio di evasione”.