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30/04/2020 - IL FISCO HA UN RUOLO FONDAMENTALE NELLA FASE POST-EMERGENZA

“La drammatica situazione che ha segnato in maniera indelebile l’inizio del nuovo anno – afferma la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia – ha purtroppo avuto e continua ad avere effetti devastanti a livello sanitario ed economico, tanto che ancora risulta difficile capire in che modo e quando si potrà gestire la fase successiva, quella post-Covid 19. Tuttavia, è di vitale importanza per il Paese intero, sia a livello simbolico che per necessità di ordine strettamente pratico, proiettarsi su quello che accadrà dopo, quando un po’ alla volta si potrà ritornare a una sorta di normalità, quando sarà possibile, seppur gradualmente, riprendere le attività quotidiane, a partire dal lavoro. Quello che è successo riguarda tutti, senza esclusioni, e ha messo in dubbio tante certezze e tante dinamiche, cose che davamo per intoccabili. Ma come sempre accade al cospetto di determinati grandi eventi – aggiunge la Dottoressa Maria Emilda Sergio – la riscoperta di una certa fragilità può davvero essere la spinta a migliorare alcune cose, può aiutarci a riflettere in maniera approfondita su tanti argomenti, sia come singole persone che come cittadini; la speranza è che queste riflessioni vengano fatte anche da chi ha il gravoso compito di gestire il Paese a tutti i livelli e in questo discorso anche le istituzioni, la politica, il Fisco, hanno il dovere concreto e morale di riflettere su cosa è e su cosa sarà meglio per l’intero Paese nelle difficilissime fasi di gestione e di uscita da questa fase così complessa”.

Quando un evento straordinario nella sua drammaticità irrompe nelle vite di una comunità, fino a stravolgerne le abitudini più radicate e a rimodulare addirittura i diritti fondamentali, difficilmente tutto potrà essere uguale a prima, perlomeno per quel che concerne le idee, le convinzioni e gli atteggiamenti. Si è discusso molto, e se ne riparlerà senz’altro ancora e a lungo, di come l’emergenza sanitaria, sociale ed economica legata al Coronavirus e alla sua tragica diffusione sia destinata a incidere in maniera importante sul “dopo”, ossia sulla fase di normalizzazione, quando cioè si ritornerà a una quotidianità in cui si spera che il virus sia stato definitivamente debellato o, almeno, sia stato drasticamente ridotto nei suoi effetti nefasti per la popolazione, in tutti i sensi. E a tal proposito crediamo che una situazione grave come quella che stiamo ancora, purtroppo, vivendo sulla nostra pelle debba scuotere in qualche modo le istituzioni in maniera profonda, favorendo le riflessioni su soluzioni da adottare anche sul lungo periodo e non solo al fine di contrastare la complessità del momento. Si dice infatti spesso che l’Italia sappia tirare fuori risorse insospettabili di fronte a grandi difficoltà, e questa cosa è sicuramente positiva e incoraggiante; speriamo però che questa volta il Paese sappia dare prova di grande maturità ed efficienza anche nella fase di normalizzazione, a cominciare proprio da chi dovrà decidere quale sia la strada migliore da percorrere.

Spostando dunque l’attenzione su quello che sarà il difficilissimo compito di regolare e guidare la fase di uscita dall’emergenza sanitaria, al netto delle inevitabili incertezze che purtroppo sembrano dover accompagnare per mesi la realtà del nostro Paese e degli altri, il pensiero va anche al come riorganizzare il rapporto fra cittadini e Stato, fra individui, famiglie, imprese, pensionati, lavoratori e il sistema Paese. E in queste delicate dinamiche è opinione comune che il Fisco possa e debba giocare un ruolo di primissimo piano. Si è sentito spesso parlare in questi giorni di benefici fiscali, agevolazioni, somme erogate ai contribuenti e sospensione e rinvio delle scadenze legate agli obblighi da onorare: indubbiamente sono state messe in atto, e in tempi strettissimi, delle soluzioni capaci di aiutare le tantissime persone in difficoltà. Resta però sempre di grande attualità un pensiero: come uscirà il Paese dalla situazione di emergenza? Si riuscirà a pianificare e realizzare una riforma fiscale di ampio respiro, capace di dare allo Stato una continuità nei rapporti con i cittadini, improntandoli a una maggiore fiducia? In questo difficile periodo si sta affermando con sempre maggiore evidenza la necessità che si tenga in conto con attenzione anche per il futuro il principio troppo spesso trascurato della “reale capacità contributiva” di imprese e privati, legato a sua volta a un fattore di ordine culturale. In altri termini, il Fisco, nel suo rappresentare uno strumento privilegiato di raccordo fra Stato e cittadini, ha bisogno più che mai di cambiare volto e funzionamento, mandando un messaggio diverso: meno arcigno in maniera indiscriminata, meno permissivo in termini di elusione e di evasione fiscale, specialmente nei confronti di chi potrebbe, semplicemente rispettando le regole e in virtù di una capacità contributiva infinitamente maggiore, essere più che mai dalla parte della cosa pubblica, a vantaggio proprio e dell’intera comunità.

“L’Italia è un Paese unico, straordinario, così come la sua gente sa essere impagabile. Ed è proprio partendo dalle immense ricchezze di cui disponiamo, compresa la straordinaria capacità di compattarci nei momenti difficili, che il Paese deve far leva per ripartire in maniera coraggiosa e risoluta – dice l’Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio – per lasciarsi alle spalle anni di crisi aggravate negli ultimi mesi dal dramma del Covid-19. Un passaggio fondamentale per far sì che il Paese possa ripartire e riorganizzarsi è proprio una riforma del sistema fiscale, ossia una serie di cambiamenti che possano incidere nella quotidianità di imprese e privati, fornendo altresì l’input necessario a una rivoluzione nella concezione dei rapporti fra Fisco e contribuenti. I cittadini dovranno sicuramente essere disposti ad avere un’altra idea del sistema fiscale e della necessità di contribuire al bene del Paese rispettando l’obbligo di pagare le tasse, ma reputiamo opportuno che in questo processo di avvicinamento da cui tutti trarrebbero enormi benefici – conclude la Dottoressa Maria Emilda Sergio – è fondamentale che anche il Fisco faccia un passo, garantendo sostenibilità, vicinanza, trasparenza ed equità come valori fondanti e fondamentali del proprio agire”.