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18/06/2020 - CONTROLLI FISCALI, LA POSTEPAY NON È IMMUNE
I controlli fiscali rappresentano uno strumento di grandissima importanza nella difficile lotta ai fenomeni di evasione e di elusione che sottraggono ogni anno all’Erario somme ingenti a danno di tutta la collettività. Negli ultimi anni si è assistito ad una intensificazione davvero notevole di tali controlli, attraverso l’adozione di mezzi più efficaci e grazie soprattutto alla cooperazione in tal senso dei diversi soggetti preposti a tale tipo di operazioni; sebbene non sempre sia ben chiaro il confine fra controlli leciti e mancato rispetto della privacy, la possibilità di avere sotto controllo i comportamenti fiscali dei contribuenti è aumentata in maniera notevole portando risultati di grande rilevanza, anche se ancora molto resta da fare in tale ambito. Sicuramente la limitazione riguardo all’utilizzo del contante nei pagamenti e la possibilità di accedere ai dati dei conti correnti abbiano contribuito a complicare il ricorso ad attività fiscalmente irregolari, esistono ancora dubbi relativamente all’utilizzo di determinati metodi di pagamento: a tal proposito, reputiamo utile un piccolo chiarimento riguardo a uno degli strumenti più diffusi fra i contribuenti, ossia la carta postepay. Una delle convinzioni comuni, errata del resto, è che le ricariche postepay siano esenti dai controlli fiscali: l’equivoco nasce dal fatto che spesso si punta l’attenzione su bonifici, assegni e conti correnti, sul fatto che le somme che circolano con la postepay sono in genere più esigue e che in effetti i controlli sulla prepagata delle poste in questione sono meno frequenti. E proprio qui sta l’equivoco: la minore frequenza delle verifiche non implica che i controlli in tal senso siano inesistenti. Di conseguenza, occorre considerare questo aspetto e ricordarsi che tutte le transazioni messe in atto con tale strumento sono sempre tracciabili e che, nel caso di controlli del Fisco, spetta sempre al contribuente l’onere di fornire spiegazioni sulla provenienza del denaro e sulle motivazioni di un accredito sospetto.