17/07/2020 - ISTAT: NEL 2019 CALO DEMOGRAFICO E CROLLO DELLE NASCITE
“Nei Giorni scorsi su tutti i mezzi di comunicazione nazionali ha trovato spazio una notizia particolare, di certo non annoverabile tra le cose positive e che dovrebbe sicuramente invitare a una riflessione approfondita – sono le parole della Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia – ma che probabilmente non ha catturato troppo l’attenzione generale per via delle drammatiche vicende legate alla diffusione del Coronavirus e alla difficile fase di ripartenza dell’economia nazionale. Si tratta del costante calo demografico che interessa l’Italia: a tale riguardo crediamo che quando un Paese vede diminuire progressivamente la propria popolazione, anno dopo anno, è segno che forse qualcosa non sta andando nel verso giusto e reputiamo sia opportuno iniziare a fare i conti con questa triste realtà cercando di capire quali siano le cause alla base dell’esodo di ciò. Se il nostro Paese diventa sempre meno una meta ambita per persone provenienti da altri Paesi e contemporaneamente si registra un continuo esodo di connazionali verso altri Stati e si registra pure un drastico calo delle nascite, evidentemente qualcosa non quadra. E la paura – continua la Dottoressa Maria Emilda Sergio – è che il trend negativo possa proseguire se non si troveranno alla svelta soluzioni efficaci”.
L’anno in corso passerà purtroppo alla storia come un anno particolarmente complicato, caratterizzato dal dramma mondiale della diffusione del Coronavirus; ma nei giorni scorsi abbiamo preso coscienza in maniera concreta del fatto che per l’Italia esistono tante difficoltà ereditate da anni precedenti. Il nostro Paese, purtroppo, continua a non essere considerato un luogo facile in cui vivere, provare a costruirsi un futuro e trovare una certa serenità, soprattutto per quel che concerne l’aspetto lavorativo ed economico. Con quanto detto ci riferiamo in particolare a ciò che è emerso dal consueto Bilancio demografico nazionale realizzato dall’Istituto Nazionale di Statistica, in riferimento al 2019: secondo lo studio condotto dall’ISTAT, infatti, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 31 dicembre 2019, la popolazione residente in Italia è diminuita di quasi 189mila unità. Come accennato, meno arrivi dall’Estero oltre ai dati dolorosissimi legati alla fuga continua di italiani verso altri Paesi considerati come più adatti per provare a crearsi un domani; e poi arriva anche il dato relativo alle nascite, e qui purtroppo si va oltre il semplice trend negativo e si fa segnare un molto poco edificante record.
Secondo quanto emerso dallo studio condotto dall’ISTAT, nel 2019 sono stati iscritti all’anagrafe 420.170 bambini: per chi non è un addetto ai lavori questo numero può dire poco, ma il dato allarmante diventa più chiaro se si pensa che, rispetto al 2018, ci sono state circa 19mila nascite in meno, e il 2018 non è di certo stato un anno particolarmente florido in tal senso. Ma i numeri indicati assumono connotati ancor più preoccupanti davanti a un’altra considerazione, facilmente comprensibile per tutti: il numero di nascite del 2019 rappresenta un minimo storico, ed è addirittura il più basso mai registrato dall’Unità d’Italia a oggi. In altri termini, non sono mai nati così pochi bambini in un anno solare dal lontanissimo 1861. Il calo demografico è una realtà affermata che, dal 2015 in avanti, ha generato una diminuzione globale di 551mila residenti; altro aspetto rilevante è che in tutte le regioni si registra ancora un saldo naturale negativo, vale a dire che ci sono più nati che morti in tutte le regioni italiane.
“I dati relativi agli ultimi anni non sono di certo positivi nel raccontare un calo demografico costante e nel 2019 si è raggiunto sicuramente un livello tale su cui sarebbe il caso di fare una riflessione seria e accurata – sono le parole dell’Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio – per individuare quali possano essere, in concreto gli strumenti utili affinché si possa cambiare una tendenza a cui non bisogna rassegnarsi. È necessario mettere in campo tutte le risorse possibili per far sì che gli italiani e gli stranieri ritrovino quella fiducia nel Paese che sembra purtroppo smarrita. Si tratta di una battaglia che è doveroso combattere con grande impegno e lucidità – conclude la Dottoressa Maria Emilda Sergio – e che potrebbe davvero giocare un ruolo fondamentale per le sorti del Paese, restituendo speranza e fiducia a milioni di italiani che oggi, loro malgrado, sono in molti casi costretti a cercare una propria realizzazione personale e professionale oltre i confini nazionali”.