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22/07/2020 - UE: NO AIUTI A IMPRESE IN AFFARI CON PAESI CHE ELUDONO IL FISCO
In una fase come quella attuale, dove l’economia di ogni Paese è stata profondamente scossa e messa a dura prova da una pandemia improvvisa e imprevedibile, il contraccolpo politico ed economico può facilmente risultare devastante e mettere in crisi l’intero assetto produttivo. In situazioni di questo genere, in cui la ripresa deve avvenire in tempi rapidi e in cui le aziende hanno assoluto bisogno di un sostegno economico importante, l’Unione Europea può dare un grandissimo contributo alle imprese dei singoli Stati membri; dopo un momento iniziale di incertezza, che ha generato un vespaio di polemiche, l’Europa ha saputo riorganizzarsi e affrontare il problema del Coronavirus con maggiore lucidità. Gli aiuti UE rappresentano in questo momento uno strumento di grande importanza, ma proprio da Bruxelles arrivano indicazioni che è bene tenere sempre presente: nei giorni scorsi la Commissione europea ha varato una raccomandazione mediante la quale invita gli Stati membri a non concedere aiuti di natura finanziaria alle imprese che hanno legami con i Paesi facenti parte della lista UE che indica gli Stati che non cooperano a livello fiscale. In altri termini, gli aiuti UE verranno preclusi a quelle aziende che hanno un giro di affari con i Paesi che praticano elusione fiscale. Ad oggi la lista comprende Guam, Isole Fiji, Panama, Trinidad e Tobago, Isole Vergini Americane, Samoa Americane, Seychelles, Palau, Samoa, Oman, Isole Cayman, Vanuatu. Le restrizioni alla concessione di sostegno con denaro pubblico saranno estese, con tutta probabilità, pure a quelle imprese che hanno subito una condanna per frode finanziaria, elusione degli obblighi fiscali e previdenziali, corruzione e per qualsiasi reato finanziario considerato grave. Ad oggi comunque si parla di raccomandazioni, quindi di uno strumento non vincolante: saranno gli Stati membri ad avere l’ultima parola sul da farsi.