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04/09/2020 - RIFORMA FISCALE, DA AFFRONTARE ANCHE IL NODO DELLA PIOGGIA DI CARTELLE ESATTORIALI IN ARRIVO
“In questa fase di grande incertezza, contraddistinta dalla necessità di ricercare quelle soluzioni efficaci affinché si possa tornare a una situazione normale anche dal punto di vista economico e sociale, oltre che sanitario, il ruolo del Fisco è quantomai delicato – sono le parole della Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia – e sarà molto importante vedere come procederà la pianificazione degli interventi che dovranno formare poi la base e la sostanza della tanto attesa riforma dell’Erario. Gli eventi drammatici che hanno caratterizzato l’anno in corso, purtroppo, hanno accelerato ulteriormente la spinta verso un cambiamento tanto profondo quanto irrinunciabile, cambiamento peraltro già giudicato indispensabile negli ultimi anni anche in conseguenza della grande difficoltà manifestata dalla nostra economia nel tirarsi fuori dalle secche delle recessione. I tempi sono dunque maturi – continua la Dottoressa Maria Emilda Sergio – e ci apprestiamo a vivere una stagione fiscale sicuramente molto interessante e di vitale importanza per il nostro Paese, per le aziende, per i lavoratori e per ogni singolo contribuente”.
La riforma fiscale di cui si parla da anni in maniera via via più insistente e che è diventata ora il tema dominante delle discussioni in materia, per via della portata dei cambiamenti in gioco e per la valenza addirittura storica dell’evento, visto che la si attende da decenni, avrà anche un ruolo molto importante nel ridefinire in un certo senso il patto sociale fra Stato e cittadini, fra Erario e contribuenti, gettando le basi anche a livello simbolico per l’inizio di una nuova fase a cui si guarda con grande speranza anche per quel che concerne la possibilità, finalmente, di favorire una ripresa economica mai sostanzialmente avvenuta in maniera chiara e inequivocabile. Tra le decisioni da prendere esistono sicuramente situazioni spinose di non facile lettura che però vanno affrontare e, fra queste, particolare attenzione merita il capitolo legato alle cartelle esattoriali: si calcola infatti che a far data dal prossimo 16 ottobre l’Agenzia delle Entrate dovrebbe mandare qualcosa come 9 milioni di cartelle che, si immagina, rappresenteranno un vero e proprio uragano per i contribuenti. Questa quantità spropositata di cartelle in arrivo dal Fisco rappresenta la richiesta fatta ai contribuenti di dare quanto dovuto a seguito delle proroghe e delle sospensioni di pagamenti legati all’emergenza: in altri termini, dopo i mesi segnati dalla pandemia, si prova a tornare alla normalità e il Fisco, inesorabilmente, presenta il conto.
La pioggia di lettere e Pec destinate a invadere il nostro Paese verranno dunque recapitate a partite Iva, imprese e cittadini semplici a cui è stato concesso di tirare il fiato in periodo di chiusura delle attività produttive e di crisi generale, e a cui si chiede però adesso di riprendere il filo del discorso nei rapporti con l’Erario: in tale azione però non si terrebbe conto del fatto che per onorare i pagamenti bisognerebbe adesso avere la possibilità di lavorare e produrre più del consueto, per far fronte ai precedenti e anche ai nuovi oneri fiscali, quando la realtà dei fatti parla invece di una situazione ancora complicata e, in moltissimi casi, addirittura lontana dalla normalità. In definitiva, pensare che adesso i lavoratori e le imprese possano guadagnare abbastanza da poter far fronte al pagamento (di per sì particolarmente gravoso) di tasse e imposte attuali in aggiunta a quelle rimaste in sospeso significa, ancora una volta, agire senza tener conto della realtà del mondo del lavoro: e proprio questa mancanza di contatto con la realtà del lavoro è uno dei punti più importanti da affrontare nell’attuare una riforma capace davvero di dar vita a un nuovo patto fra Stato e cittadini. L’evoluzione della vicenda rappresenta sicuramente un momento di enorme importanza da tutti i punti di vista, sia economico e fiscale, ma anche sociale e culturale: tra le possibilità da analizzare al fine di evitare il rischio di una bomba sociale come conseguenza della pioggia di cartelle esattoriali in arrivo, sta prendendo corpo anche quella della pace fiscale. L’idea della rottamazione delle cartelle del 2019 e del 2020 è attualmente al vaglio delle istituzioni, anche se rappresenterebbe una soluzione che avrebbe inevitabili ripercussioni in ambito politico.
“Senza paura di cadere in quella retorica che purtroppo spesso si insinua nei discorsi legati ai propositi di cambiamento politico, sociale o economico, stavolta possiamo davvero dire senza tema di smentita che siamo a uno snodo cruciale per la salute dei conti pubblici e parallelamente per l’evoluzione del mondo del lavoro in Italia – sostiene l’Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio – così come per quel che concerne i rapporti fra i cittadini e la cosa pubblica, fra imprese, famiglie, lavoratori, pensionati da una parte e lo Stato col suo apparato fiscale e normativo dall’altra. Crediamo fortemente che sia una necessità ineludibile cambiare le cose, fare cioè di tutto affinché le distanze fra queste due parti si accorcino nell’interesse di tutti e, per arrivare a ciò, è assolutamente indispensabile che il cambiamento avvenga in ogni singolo soggetto. Tutti devono fare la propria parte – conclude la Dottoressa Maria Emilda Sergio – perché la riforma fiscale è un’occasione davvero unica per attuare quel cambiamento da sempre invocato e mai portato a termine. Speriamo che i buoni propositi di tutti possano finalmente convergere e dare vita a qualcosa che potrà davvero segnare un punto di svolta a tutti i livelli per il nostro Paese”.