11/09/2020 - SMART WORKING, QUALE FUTURO?
Largamente utilizzato in tanti altri Paesi economicamente sviluppati, lo smart working non aveva fino a qualche mese fa trovato troppa fortuna in Italia: il mondo del lavoro nel nostro Paese non ha mai particolarmente legato con tale modalità, almeno fino al momento cui non si è trovato costretto a farlo per cause di forza maggiore, ossia la chiusura di uffici e sedi aziendali dovuta alla drammatica diffusione del Coronavirus. Ma la situazione di emergenza ha aperto spazi importanti di riflessione sull'opportunità di servirsi di tale strumento anche in presenza di condizioni ordinarie: tale riflessione coinvolge anche le istituzioni e ha ovviamente suscitato l'interesse del Ministro del Lavoro, che dal canto suo invita a rivedere la normativa sul tema attualmente in vigore e ad apportare le dovute, eventuali revisioni, soprattutto alla luce del mutato contesto sociale e culturale. Viene ricordato come in pieno lockdown l'utilizzo di modalità semplificate ha permesso di mettere in atto forme di lavoro agile di cui hanno beneficiato tanto le imprese quanto i lavoratori, senza dimenticare che tale forma di lavoro è quella utilizzata in toto dal settore della Pubblica Amministrazione: ora però occorre prendere i dovuti provvedimenti affinché non ci si trovi impreparati con lo scadere del periodo di emergenza, fissato al 15 ottobre. Saranno molto interessanti nelle prossime settimane gli sviluppi su un argomento come questo, mai tenuto nella dovuta considerazione ma che adesso si è imposto all'attenzione generale e che può avere implicazioni davvero importanti per il futuro, incidendo su temi cruciali come la produttività, il rapporto fra lavoratori e aziende, il benessere psicofisico dei lavoratori stessi e l'impatto ambientale.