L'intera popolazione del nostro Paese, e pressoché quella di tutti i Paesi del mondo, ha dovuto purtroppo fare i conti con una situazione tanto imprevedibile quanto drammatica: vivere al tempo di una pandemia di dimensioni planetarie rappresenta una di quelle esperienze che, inevitabilmente, sconvolgono e rivoluzionano la quotidianità di tutti. Limitandoci alle considerazioni del nostro Paese, all'emergenza sanitaria se ne è aggiunta, di conseguenza, una economica di proporzioni altrettanto preoccupanti che, in questa precisa fase, continua a incutere timori di una certa rilevanza per via delle misure adottate e della grande incertezza che contraddistingue l'intero mondo del lavoro e, per estensione, l'assetto economico italiano nella sua globalità. Tra le questioni più spinose rientra indubbiamente quella del rapporto fra tasse, imposte, oneri fiscali di ogni genere e (im) possibilità per tanti contribuenti di far fronte a tali doveri. Nonostante iniziative a sostegno delle persone e proroghe di vario tipo, il persistere delle difficoltà impone una nuova riflessione, poiché comunque arriva poi il momento di dover far fede ai propri impegni che, seppur oggetto di proroghe e rinvii, rappresentano un esborso da affrontare e che diventa in alcuni casi troppo gravoso per tanti soggetti. A tal proposito, sono in tanti a chiedersi se sia legittimo, davanti a determinate situazioni, sottrarsi al pagamento di obblighi di natura fiscale: rispondere al quesito in oggetto non è affatto scontato, perché non esiste una risposta affermativa valida al di fuori di casi particolari. In altri termini, al verificarsi di cause di forza maggiore il contribuente può essere esentato dal pagamento di tasse e imposte, ma le difficoltà legate alla diffusione del COVID19 e alle relative misure adottate non implicano automaticamente che ci si possa sottrarre agli obblighi fiscali: tale possibilità resta legata al poter dimostrare l'esistenza di una assoluta e oggettiva impossibilità economica da parte del contribuente.