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07/12/2020 - TUTTI A RISCHIO CONDANNA I MEMBRI DEL CDA IN PRESENZA DI EVASIONE

La lotta contro l’evasione fiscale si è via via sempre più inasprita negli ultimi anni, dando vita a un’autentica e senz’altro positiva lotta senza quartiere a questo tipo di reato che sottrae ogni anno cifre altissime alle casse statali, penalizzando di conseguenza tutti i cittadini. In virtù di questa strada verso l’intransigenza in merito, si è deciso saggiamente di rafforzare i legami di collaborazioni fra i diversi soggetti impegnati in tale missione, andando tra l’altro a colpire con maggiore decisione tutti coloro che, a qualsiasi titolo, possono essere ritenuti responsabili del fenomeno in questione nelle diverse circostanze. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, ad esempio, la n. 34475 del 3 dicembre 2020, ha messo in luce un aspetto di grande rilievo: in caso di evasione Iva commessa dal Presidente del Consiglio di Amministrazione, il rischio di una condanna di carattere penale grava anche sul Vicepresidente e sull’Amministratore Delegato. In altri termini, quindi, tutti i manager con ampi poteri decisionali e di gestione possono essere chiamati a rispondere dell’eventuale evasione. In tale ottica, secondo i giudici, l’Amministratore Delegato e il Vicepresidente erano dotati, nel caso specifico oggetto di tale sentenza, dei poteri di gestione ordinari: di conseguenza avrebbero potuto e in realtà dovuto, non necessariamente insieme ma anche disgiuntamente, adempiere all’obbligo di estinguere il debito di natura tributaria esistente, e questo anche in forza delle deleghe con oggetto molto ampio di cui erano in possesso.