19/01/2021 - PMI E PANDEMIA. UN QUADRO PREOCCUPANTE
È passato quasi un anno da quando il Covid-19 ha fatto capolino nella nostra quotidianità, anche se praticamente nessuno poteva immaginarne la portata a livello mondiale e le conseguenze sulla vita di tutti i Paesi del mondo. E la speranza che dopo i primi, terribili mesi, anche in forza dei progressi fatti registrare in estate, tutto potesse poco a poco ridimensionarsi, è andata purtroppo distrutta, col risultato che oggi la situazione appare forse ancora più delicata di prima. Al di là dell'emergenza sanitaria tuttora drammaticamente in corso, anche nel mondo del lavoro, col passare delle settimane, si fa fatica a contenere le conseguenze negative del fenomeno Coronavirus. La pandemia ha operato anche come amplificatore di problematiche comunque esistenti, accelerando e aggravando difficoltà precedenti a essa: come se non bastasse, gli strascichi di questa realtà potrebbero riverbersrsi a lungo sulla pelle delle imprese. Recenti ricerche hanno evidenziato come uno dei criteri più rilevanti, il merito creditizio, sarà per forza di cose condizionato da quanto accaduto, perché l'affidabilità delle imprese non potrà essere la stessa. Basti pensare ad esempio che dopo il Covid le piccole e medie imprese che verranno collocate tra le classi più rischiose saranno il 55%, a fronte del 19% fatto registrare dalle pmi nel 2019. Ciò indica che l'accesso al credito per tante realtà aziendali piccole e medie sarà sempre più complicato, con inevitabili e drammatiche conseguenze su temi quali licenziamenti, fallimenti, blocco degli investimenti, competitività sul mercato. Alla luce di questo ulteriore campanello d'allarme, diventa sempre più stringente la necessità di mettere in atto quelle riforme e quelle soluzioni capaci di invertire la rotta.