19/03/2021 - PARADOSSO BONUS: QUALCUNO DOVRA' RESTITUIRLI?
"L'irrompere della pandemia da Coronavirus lo scorso anno ha decisamente sconvolto e stravolto le nostre vite sotto ogni punto di vista - è quanto afferma la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia - innanzitutto per quel che concerne il concetto di salute e ponendo domande molto importanti sull'adeguatezza del nostro sistema sanitario, ma anche relativamente a principi considerati pressoché indiscutibili, come quello della libertà individuale di muoversi, uscire, viaggiare, ecc.; inoltre, conseguenza molto pesanti sono naturalmente legate al mondo dell'occupazione e all'imprenditoria e ai problemi economici connessi allo stop forzato della maggior parte delle attività lavorative. A distanza di un anno, purtroppo, la lotta contro il covid - 19 è tutt'altro che conclusa nè si può sapere con certezza quando si potrà tornare a una quotidianità simile a quella a cui eravamo abituati; Resta la speranza che la campagna vaccinale possa davvero viaggiare su ritmi alti, a differenza da quanto purtroppo sta accadendo in questo periodo, e che i Governi sappiano mettere in atto misure efficaci per tutelare il lavoro e la vita dei cittadini, andando oltre le misure pensate per il breve periodo, come sostegni di natura economica e bonus di vario genere. In realtà - continua la Dottoressa Maria Emilda Sergio - esiste anche il rischio concreto che numerosi lavoratori autonomi saranno chiamati a restituire i bonus ricevuti: in tal caso si tratterebbe sicuramente di una soluzione destinata a scatenare polemiche e discussioni".
Su quello che sarà il nostro futuro nei prossimi mesi permangono numerosi dubbi e serviranno sicuramente ancora alcune settimane per scioglierne almeno qualcuno legato a ciò che sarà possibile fare; anche provando a porre l'attenzione sugli aspetti legati al lavoro, al Fisco e in generale al sistema economico, l'orizzonte appare decisamente incerto e le prospettive continuano a non essere troppo rosee. Anzi, esiste il rischio concreto che per molti lavoratori autonomi si materializzi una beffa, ossia la necessità di restituire il bonus ricevuto nei mesi precedenti. Ci riferiamo in particolare al bonus erogato dallo Stato, nei mesi iniziali della pandemia, ai lavoratori titolari di Partita Iva. Si tratta di una situazione che rischia di apparire surreale e che nella sua evoluzione non mancherà di creare discussioni e che rischia di avere strascichi legali non trascurabili. Provando a fare ordine sull'accaduto, va detto che la situazione straordinaria verificatasi lo scorso anno aveva spinto il Governo ad assumere decisioni eccezionali, come ad esempio, per l'appunto. il riconoscimento di un bonus ai lavoratori autonomi, categoria particolarmente in difficoltà: tuttavia però, la possibilità di richiedere tale bonus non era subrdinata a criteri particolarmente stringenti e molti lavoratori, anche in condizioni tutt'altro che difficili a livello economico, non si sono fatti scrupoli nel richiederne l'erogazione. Va però detto che, al netto dei casi limite che sarebbe giusto perseguire ma che sarebbe indubbiamente stato preferibile non far sorgere all'origine magari organizzando in maniera più chiara e puntuale tale importante iniziativa, esistono migliaia e migliaia di lavoratori che, pur non essendo in condizioni di indigenza, hanno dovuto fare i conti (e continuano a fare i conti) con una situazione in cui è particolarmente complicato lavorare.
La sensazione è che nelle prossime settimane prenderanno corpo controlli diffusi su tutto il territorio nazionale nel tentativo, da parte dello Stato, di recuperare somme importanti versate indebitamente sui conti di soggetti che non avrebbero dovuto ricevere alcun bonus. Aveva fatto scandalo, a tal proposito, l'accredito a beneficio di soggetti politici che ne avevano fatto domanda, andando contro qualsiasi principio etico e approfittando di un momento inevitabilmente caratterizzato da confusione e incertezza. Anche tali vicende, però, avevano fatto sorgere quesiti di un certo rilievo sull'efficienza organizzativa dello Stato che, in un momento indubbiamente complicato, non era stato in grado di organizzare al meglio interventi molto delicati e importanti; così come lascia a desiderare la mancanza di chiarezza circa i requisiti richiesti ai contribuenti per poter individuare in maniera netta gli aventi diritto. Fa molto discutere anche l'idea che, a fronte di una situazione di questo tipo e alla gravità dell'emergenza economica tuttora in corso, si debba demandare a questioni di ordine etico e all'opinione soggettiva di ogni singolo potenziale richiedente, la scelta di poter accedere o meno a un sostegno che, oggettivamente, poteva essere legittimamente richiesto dalla stragrande maggioranza dei cittadini, anche in virtù dell'incertezza sul futuro che, tra l'altro, si è ulteriormente acuita a distanza di un anno.
"La situazione sulla possibile richiesta di restituzione dei bonus da parte di numerose Partite Iva è davvero molto delicata - sostiene l'Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - e rischia di innescare reazioni particolari anche in seno all'opinione pubblica. Siamo assolutamente e senza tentennamenti dalla parte della legalità e crediamo che tutti noi, ogni singolo cittadino, siamo chiamati a fare la nostra parte sempre e in particolare in questa fase senza precedenti, per il bene della collettività: di conseguenza, reputiamo giusto che chi abbia ricevuto indebitamente un vantaggio sia chiamato a restituirlo, così come chi evade o elude il Fisco debba poi restituire il dovuto all'Erario. Sulla vicenda dei bonus però speriamo che non si debba più verificare una situazione tanto ingarbugliata: reputiamo infatti che i requisiti per poter accedere a un qualsiasi tipo di agevolazione debbano necessariamente essere chiari e inequivocabili - conclude la Dottoressa Maria Emilda Sergio - e che non si possa poi intervenire in maniera retroattiva su qualcosa che non era stato ben delineato in origine. Speriamo che qualsiasi tipo di intervento correttivo sia quindi sì efficace, ma nel pieno rispetto delle norme stabilite al momento della creazione del beneficio stesso e dell'individuazione dei criteri stabiliti. E speriamo davvero che il ricorso a soluzioni temporanee e straordinarie smetta di essere la norma per il nostro sistema fiscale ed economico, per lasciar spazio a riforme, misure pensate e realizzate per il lungo periodo e interventi strutturali di ampio respiro".