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26/03/2021 - NUOVI PROGETTI PER IL SUD

"La disparità fra le Regioni Settentrionali del Paese e il Meridione - afferma l'Amministrstore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - rappresenta un problema che l'Italia continua a trascinarsi e che bisognerebbe provare davvero ad affrontare con lucidità e convinzione e a superare per il bene di tutti. Il persistere di differenze sostanziali e importanti a livello economico, lavorativo, sanitario, oltre che per quel concerne infrastrutture e trasporti è un qualcosa che, francamente, si fa sempre più fatica a concepire e ad accettare nonostante l'avvicindarsi di numerosissimi governi - aggiunge l'amministratore Unico del Caf Italia - e le infinite promesse di mettere in atto misure efficaci e di concentrare gli sforzi affinché tale divario potesse essere annullato con un deciso progresso del Mezzogiorno. Tuttavia, il lavoro da fare in tal senso è ancora tanto, ma restiamo speranzosi e riponiamo grande fiducia nella volontà delle istituzioni di intervenire in maniera concreta in tale direzione". 

Correva l'anno 1873 quando si parlò per la prima volta, a quanto ci è dato sapere dalla storiografia ufficiale, di una "Questione Meridionale", proprio con la volontà di fare riferimento in maniera esplicita alla situazione di arretratezza delle regioni centro-meridionali rispetto a quelle del Nord. E se si pensa che il 2021 è l'anno dell'anniversario numero 160 dell'Unità d'Italia, fa un certo effetto constatare che le differenze a cui fa riferimento la Questione Meridionale siano ancora presenti, seppur in misura e con modalità differenti rispetto all'ultimo scorcio del XIX secolo. Tuttavia, al netto delle differenze rispetto a quello che è un tempo lontanissimo, il divario fra Nord e Sud continua ad essere una delle urgenze dell'agenda politica, senza però tramutarsi mai in obiettivo compiutamente raggiunto. Indubbiamente addossare le colpe e le responsabilità solo ai vari Governi centrali succedutisi nei decenni significherebbe dare una lettura ridotta e superficiale del problema, poichè a ciò hanno contribuito anche altri soggetti; ma al di là di quelli che possono essere stati gli errori compiuti in passato e fino a oggi, col rischio di impantanarsi nelle solite polemiche sterili e senza costrutto, occorre andare oltre il classico rimpallo di responsabilità e provare a guardare avanti per poter finalmente intervenire in maniera chiara, decisa ed efficace.

Il recente intervento del Premier sull'argomento ha avuto come obiettivo quello di spostare di nuovo l'attenzione sul tema, sottolineando come la riduzione del divario fra le due macro-aree del Paese avrebbe inevitabili effetti benefici sull'Italia intera. L'obiettivo è quindi quello di sfruttare al meglio risorse consistenti che da molto tempo non si avevano più a disposizione, al fine di intevenire in maniera concreta attraverso investimenti in infrastrutture sia fisiche che digitali, oltre che in materia di fonti di energia sostenibili. Grazie ai diversi programmi europei, unitamente ai fondi per la coesione e alle somme derivanti da Next Generation EU dovrebbero infatti arrivare circa 96 miliardi di euro: non utilizzarli in maniera adeguata sarebbe davvero uno spreco imperdonabile e proprio sulla necessità di spenderli bene il Premier ha voluto porre l'accento. Il completamento delle opere pubblche acquista quindi il carattere di priorità affinchè il Mezzogiorno italiano possa davvero ripartire con slancio; allo stesso tempo, l'obiettivo è quello di dare una spinta importante anche al lavoro femminile, all'imprenditoria e all'occupazione per i giovani. In altri termini, il concetto di "convergenza" pensato per il Meridione investe tutte quelle categorie a cui si chiede uno sforzo per la crescita e a cui si forniscono nuove, importanti risorse.

"Il Meridione continua a vivere una sorta di realtà parallela rispetto alla situazione del Nord e, specialmente nei piccoli centri, esistono differenze importanti, troppo rilevanti - dice la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia - con quelli delle regioni economicamente più forti: tale situazione va sicuramente corretta per il bene dell'intera collettività, e poichè tale realtà è pressochè immutabile da un decennio all'altro, è chiaro che occorra intervenire senza indugi e in maniera davvero concreta e coraggiosa. Le differenze di salari, produttività, infrastrutture, investimenti non possono continuare a esistere come se nulla fosse e crediamo che tutti i soggetti coinvolti debbano sforzarsi per cambiare le cose. Da una parte infatti è compito delle istituzioni mostrarsi presenti con forza a tutti i livelli, a partire dal Governo centrale, dal Fisco e dalla politica nazionale, fino ad arrivare però anche agli enti locali, alle regioni, alle Province e ai Comuni, nonchè ai piccoli e grandi imprenditori locali. Parte importante in questo importantissimo processo però è di chi al Sud ci vive - conclude la Dottoressa Maria Emilda Sergio - poichè proprio i cittadini del Meridione devono essere i primi a credere che il cambiamento non solo è possibile, ma che rappresenta un obiettivo da perseguire a ogni costo, anche attraverso la messa in atto di comportamenti virtuosi, attraverso il coraggio di credere in se stessi e nelle grandi risorse di cui il terriotrio dispone e anche mediante la fiducia nello Stato, nelle istituzioni in genere e nella legalità".