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21/06/2021 - EVASORI NEL MIRINO DELL'OCSE

Negli ultimi anni, tanto a livello nazionale che per quel che concerne strutture e istituzioni sovranazionali, si è assistito a un deciso cambio di passo nel cercare di contrastare i fenomeni di evasione ed elusione fiscale. I cambiamenti si sono concretizzati in un'intensoficazione dei controlli e in una maggiore e più efficace strategia di collaborazione fra varie istituzioni e tra i diversi Paesi e ha potuto trarre linfa vitale anche da un mutato atteggiamento culturale nei confronti di tale enorme problema, adesso considerato finalmente come di grande importanza e assolutamente da fronteggiare con ogni mezzo. E sebbene si siano ottenuti importanti miglioramenti nella battaglia in questione, resta opinione diffusa che ancora non è abbastanza e che occorre intensificare gli sforzi e stringere ancor di più le maglie per sottrarre somme cospicue all'illegalità e far quindi recuperare risorse vitali all'economia dei Paesi: in tal senso, un segnale forte arriva anche dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, che invita a una maggiore severità. Le indicazioni provenienti dall'OCSE vanno dunque in una direzione ben precisa e prevedono che si debba ricorrere allo strumento del carcere per i reati di frode nei confronti del Fisco, cosa già prevista in alcuni casi limitati, e che si possa avere sempre più potere tanto nel momento investigativo che nel servirsi di misure come il congelamento, il sequestro e la confisca dei beni; sarà altresì importante inquadrare I reati di natura fiscale come un presupposto del riciclaggio di denaro. E ovviamente sarà ancor più necessario rendere maggiormente efficace il livello di cooperazione fra i diversi Stati in una battaglia che continua a essere molto impegnativa e difficile, senza però dimenticare mai di tutelare i diritti dei sospettati.