14/07/2021 - ALIQUOTA MINIMA, ALTRO PASSO FONDAMENTALE
Il lungo e difficilissimo percorso per combattere il cosiddetto dumping fiscale pare essere finalmente arrivato a un punto cruciale. Dopo anni di tentativi andati a vuoto, di aggiustamenti e anche inevitabilmente di ostruzionismo, si è giunti, attraverso varie tappe e diverse fasi, a una regolamentazione più accettabile della tassazione a carico dei giganti del web. Proprio in considerazione delle grandi difficoltà incontrate lungo tale percorso, che può essere definito senza tema di smentita tortuoso e accidentato, non sembrano affatto fuori luogo le dichiarazionii di esplicita soddisfazione dei vari Governi, i cui rappresentanti hanno usato infatti espressioni come "rivoluzione" o "intesa storica". Nel corso dell'importantissimo incontro del G20 a Venezia è dunque stato recepito l'accordo avvenuto in sede OCSE lo scorso 1 luglio relativo all'applicazione della tassa minima globale sui redditi delle multinazionali, fissata al 15%; stesso discorso poi per quel che concerne la ridistribuzione della competenza per tassare i principali gruppi, ossia i cosiddetti colossi della rete come ad esempio Facebook e Google. È opinione comune da tempo che occorreva un intervento decido da parte dei diversi Paesi affinché il sopra citato fenomeno di dumping fiscale, con una sorta di corsa al ribasso proprio nella concorrenza relativa al Fisco e nella ricerca spasmodica di quegli Stati in cui pagare quanto teoricamente sulla base di sistemi di tassazione più vantaggiosi. Proprio nei giorni scorsi l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, oltre a evidenziare le questioni di giustizia ed etica connesse a tali battaglie, illustrava i grandi cambiamenti a favore delle varie economie coinvolte in virtù di quanto detto, stimando in circa 150 miliardi di euro aggiuntivi il gettito all'anno grazie all'applicazione dell' aliquota minima globale del 15%, sottolineando inoltre come altri 100 miliardi di euro arriverebbero con la ridistribuzione della competenza a tassare i guadagni di oltre 100 multinazionali che possono vantare un fatturato enorme, che supera la quota di 20 miliardi di dollari. Insomma, un altro momento decisivo in questo lungo braccio di ferro che sembra destinato a premiare gli sforzi dei governi e delle economie dei Paesi che hanno intrapreso una sfida che, solo pochi anni fa, aveva i connotati di un'impresa quasi disperata.