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21/07/2021 - WEB TAX, FRENATA IN ARRIVO

La battaglia per l'applicazione dell'aliquota fiscale minima nei confronti dei giganti del web ha conosciuto in questi ultimi giorni uno stop: dopo settimane di grandi progressi che parevano finalmente aver risolto una questione spinosa che da anni penalizza le economie dei Paesi del mondo, ecco una frenata per certi versi inaspettata ma che, comunque, non dovrebbe compromettere quanto di buono raggiunto fino a ora in merito a tale argomento. Anzi, la battuta d'arresto di pochi giorni fa dovrebbe servire a rafforzare la posizione di chi si batte per l'applicazione di una tassazione più equa, allargando la platea di Paesi a favore (peraltro già vastissima) fino a coinvolgere anche un partner di enorme importanza, ossia gli Stati Uniti d'America. Lo scorso 12 luglio, infatti, è arrivata la decisione di Bruxelles di rimandare a data da destinarsi tale intervento definito epocale in sede alla stessa UE e che dovrà finanziare tra l'altro anche il Recovery Fund: appuntamento fissato ora in autunno, presumibilmente per il mese di ottobre, anche per accontentare le richieste made in USA e cercando in questo lasso di tempo di realizzare un accordo definitivo per la riforma del Fisco delle società in seno all'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Anche se gli Stati Uniti hanno sempre mostrato una certa contrarietà per questa iniziativa, perchè preoccupati che la stessa potesse alla fine rivelarsi discriminatoria per le aziende americane, quelle cioè maggiormente colpite da tale disposizione, si respira un certo ottimismo riguardo al raggiungimento di accordi di vasta portata; d'altra parte la posta in gioco è molto alta, con somme che si aggirano, da una stima OCSE, intorno ai 150 miliardi di dollari aggiuntivi di entrate tributarie globali ogni anno, e in più di 100 miliardi di dollari annuali di profitti in più per i diritti di tassazione. La vicenda, che sembra da molto tempo un vero e proprio braccio di ferro e che pareva invece destinata a concludersi, aggiunge un altro capitolo alla sua storia fatta di colpi di scena, ostruzionismo, rimandi e trattative: la sensazione per, questa volta, è che si arriverà a un risultato importante e che i colossi del web finalmente contribuiranno in maniera più equa al Fisco dei Paesi entro i cui confini realizzano profitti enormi.