26/07/2021 - REDDITI, COSA RACCONTANO I DATI
I numeri forniscono sempre la fotografia, seppur parziale e superficiale, di determinati argomenti in specifici momenti storici e rappresentano un buon punto di partenza per riflessioni di sicuro interesse: tale premessa è valida ovviamente per un settore in cui i numeri hanno un grande rilievo, ossia il sistema fiscale. E le cifre relative all'anno di imposta 2019 rappresentano una fase storica cronologicamente non troppo lontana, anzi, ma parecchio diversa rispetto a oggi, a causa dell'impatto di un evento di portata mondiale come la pandemia da Covid - 19. Nei giorni scorsi lo spunto in questione è giunto dai dati diffusi dal Dipartimento delle Finanze, dati che evidenziano alcune tendenze difficili da ritrovare in seguito, specialmente in merito a un aspetto particolare, ossia il reddito medio calcolato tenendo conto ogni tipo di forma societaria: tuttavia, permangono differenze sostanziali relativamente ai profitti fra diverse categorie anche dopo l'avvento del Coronavirus e delle misure restrittive che hanno inciso pesantemente sul mondo del lavoro. Per iniziare, le informazioni in questione indicano un aumento del 7,3% del reddito medio rispetto all'anno precedente, con quest'ultimo che si attesta a quota 38.340 euro; aumento consistente anche per la categoria regina dei profitti in questa graduatoria, ossia i notai, che passano dai 66.800 euro dell'anno precedente a quello di riferimento ai 91.200 euro di quello preso in esame dai dati in questione, con un aumento percentuale di ben 36 punti e mezzo. Professionisti come intermediari, commercialisti, consulenti del lavoro vengono raggrupati nella macro-categoria delle attività professionali di consulenza, che si piazza al seocno posto, con redditi medi dichiarati per 70.600 euro, di circa 1.000 euro superiori a quelli dei professionisti del settore sanitario. Cambiando area tematica, l'attività all'ingrosso di macchinari e attrezzature è quella meglio piazzata fra quelle legate al commercio, con un reddito medio di 54.500 euro. Alcune categorie denunciano invece ancora parecchie difficoltà, come ad esempio gli agricoltori, con 5.900 euro, e più in basso ancora i lavoratori impegnati nelle attività di allevamento, con 5.100 euro.