28/09/2021 - USURA RISCHIO CONCRETO PER MIGLIAIA DI AZIENDE
La fase di ripresa economica successiva alle severe misure restrittive legate all'emergenza sanitaria che ha colpito il mondo intero è attesa in tutto il Pianeta, ma a volte si ha la sensazione che sia data in un certo senso per scontata. In realtà non si tratta di un fenomeno ineluttabile o che potrà avvenire in maniera naturale o spontanea, senza alcun tipo di intervento programmatico da parte dei Governi: al contrario, occorrerà più che mai un attento e scrupoloso piano strategico per far sì che le economie dei vari Paesi possano finalmente uscire dalle sabbie mobili di una crisi economica di portata eccezionale. Avere già da ora una tendenza fortemente positiva se paragonata al terribile 2020 è sì abbastanza prevedibile, ma l'obiettivo è quello di far lievitare in maniera decisamente più consistente i numeri relativi all'occupazione, alla produzione e al sorgere di nuove imprese di ogni dimensione. Ovviamente tutto ciò riguarda in pieno anche il nostro Paese, dove per la verità la situazione non era particolarmente rosea neanche prima che il Covid-19 sconvolgesse il mondo: a maggior ragione, è assolutamente indispensabile che venga messa in atto una pianificazione dettagliata e di ampia portata per sostenere un sistema economico e produttivo in apnea e che deve riorganizzarsi per guidare la ripresa del Paese. Ma esistono difficoltà oggettive che non possono essere ignorate e che, al contrario, vanno affrontate e risolte con grande celerità; un problema importante, ad esempio, è relativo alla difficile situazione di migliaia di imprese in grandissima difficoltà e per le quali l'accesso al credito è praticamente bloccato. Secondo diversi studi condotti in merito a tale argomento, risulta che un numero altissimo di imprese, circa 176mila, sia praticamente tagliato fuori dalla possibilità di richiedere prestiti, quindi da uno strumento di vitale importanza per continuare a operare sul mercato in questo periodo e provare dunque a ripartire. A essere fatale alle aziende in questione è l'essere stati individuati come soggetti insolventi alla centrale dei rischi della Banca d'Italia: questo purtroppo implica l'impossibilità di poter contare su un credito economico che sarebbe invece fondamentale. E le conseguenze in tal caso sono spesso pesantissime, perché il rischio di dover abbassare la saracinesca si accompagna a un altro, particolarmente insidioso, vale a dire finire nella trappola dell'usura: a tal proposito, circa un terzo della 176mila aziende in questione si trova al Sud, per cui proprio il Mezzogiorno, insieme ai grandi centri metropolitani, risulta ssere maggiormente a rischio. La necessità di un piano strategico per la ripresa dovrà quindi necessariamente tener conto di tutte le difficoltà esistenti e cercare soluzioni efficaci che possano contrastare anche i numerosi pericoli rappresentati dall'illegalità a ogni livello.