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11/11/2021 - IMPRESE: IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

"Il tessuto imprenditoriale italiano ha vissuto un periodo che definire traumatico è sicuramente un eufemismo - afferma la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia - e per moltissime aziende non è stato facile rimanere a galla in una situazione che non ha precedenti nella storia recente. Tante attività purtroppo hanno dovuto alzare bandiera bianca e molte altre, pur rimanendo vive, si trovano adesso a fare i conti con le conseguenze di quanto accaduto. Indubbiamente lo Stato ha fatto i salti mortali per sostenere le imprese in difficoltà e per aiutare chi invece sceglie di iniziare una nuova avventura imprenditoriale, ma chiaramente adesso occorre capire in che modo la ripresa economica può davvero avere luogo, con quali risultati e con quali tempistiche. Ciononostante il clima di rinnovata fiducia e di speranza per i prossimi mesi ha fatto sì che molti lavoratori scegliessero di investire su se stessi e su nuovi progetti lavorativi - aggiunge la Dottoressa Maria Emilda Sergio - col risultato che i dati registrati in merito alla costituzione di nuove aziende non possono essere considerati negativi, anzi. E questo fa sicuramente ben sperare in prospettiva, per cui davvero si può guardare al 2022 come all'anno in cui la svolta per la crescita economica può diventare realtà".

Il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha fornito numerosi dati molto interessanti sul momento attuale del Paese in relazione alla creazione di nuove imprese, argomento di enorme importanza sia a livello pratico ed economico, sia per tastare il polso al mondo del lavoro per quel che concerne l'atmosfera di fiducia che contraddistingue un moment storico particolarmente complesso e difficile da decifrare. Ne viene fuori un quadro che offre spunti che meritano sicuramente una riflessione più approfondita ma che già di primo acchito consentono valutazioni interessanti. Il terzo trimestre del 2021, ad esempio, ha visto nascere più di 100mila nuove partite Iva, precisamente 107.024, con un incremento pari all'1,4% rispetto al medesimo periodo luglio-settembre dello scorso anno. Altro dato degno di nota è che circa un quinto del totale delle nuove imprese, il 20,2% per l'esattezza, è riconducibile a soggetti all'estero; il 66,2% delle nuove partite Iva è opera di persone fisiche, il 20,2% da società di capitali e il 2,7% da società di persone; è altresì interessante notare come una percentuale molto alta delle nuove partite Iva, precisamente il 43,5% del totale (pari a più di 46mila unità), abbia aderito al regime forfetario.

L'andamento delle nuove aperture viene poi analizzato sulla base dell'elemento territoriale e qui emerge una certa continuità col trend generale, con le previsioni che vengono in gran parte rispettate: esiste infatti una certa difformità fra le diverse macro aree del Paese, poichè la maggior parte delle nuove imprese è sorta nelle regioni del Nord Italia, dove infatti risiede quasi la metà del totale delle neo partite Iva; tra la zona del Centro e quella che comprende Sud e Isole non si nota una grande differenza, con rispettivamente il 20,3% e il 29,7%. Analizzando poi il confronto col medesimo periodo del 2020, c'è purtroppo da registrare come si siano verificate flessioni molto consistenti in regioni come Calabria, Basilicata e Umbria, dove il calo si concretizza rispettivamente in un -15,2%, in un -14,7% e in un -13,9%, a differenza di quanto accade invece in regioni settentrionali, dove il saldo nel terzo trimestre 2021 è positivo se rapportato allo stesso periodo dello scorso anno (Friuli Venezia Giulie +34,1%, Lombardia +29,8% e Veneto +13,5%). Quasi la metà delle nuove imprese è ascrivibile agli under 35, col 48,8% sul totale.

"Stiamo pian piano provando a venir fuori da un periodo incredibilmente difficile e poco a poco i dati dicono che questa complessa operazione di ripartenza sta dando buoni risultati - è il pensiero dell'Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - ma non bisogna dimenticare le difficoltà vissute e soprattutto il fatto che sono stati compiuti solo pochi passi in un cammino che comunque sarà lungo e pieno di insidie. Fa indubbiamente ben sperare il fatto che la voglia di normalità, di riprendere la vita di tutti i giorni,si tramuti anche in volontà di investire su se stessi facendo impresa, di realizzare progetti e di provare a metterli in atto. Il clima di ottimismo è un elemento fondamentale per consentire al Paese di ripartire - conclude l'Amministratore Unico del Caf Italia - e occorre adesso dare continuità a questa tendenza favorendo e sostenendo in ogni modo imprese e lavoratori per il rilancio dell'economia e per far sì che presto si possa tornare a crescere in un clima di serenità".