16/12/2021 - LAVORATORI IN AUMENTO NEGLI ULTIMI 5 ANNI
Il problema della disoccupazione è sempre una criticità molto importante che caratterizza purtroppo il nostro Paese, sia in termini di dati generali sia per quel che concerne determinate categorie o aree geografiche, dove si raggiungono livelli davvero notevoli. L'avvento della pandemia ha per forza di cose sconvolto la normalità del mondo del lavoro in Italia come in tutti gli altri Stati, rendendo ancora più complesso il processo di ripresa e i tentativi di incentivare l'occupazione, su cui pesa inevitabilmente anche la forte pressione fiscale di cui sono oggetto le imprese. Tuttavia dati e numeri indicano un lento ma progressivo miglioramento, quantomeno in termini quantitativi, della situazione: considerando l'ultimo quinquennio, infatti, risulta un aumento del 2,3% dei soggetti occupati, poiché nel 2020 il numero totale di coloro con un'occupazione è stato di 25 milioni e 630 mila unità, considerando nel totale sia i lavoratori indipendenti che quelli dipendenti, con un aumento, in termini assoluti, di 569 mila unità rispetto al 2015. I progressi, a livello numerico, sono abbastanza costanti di anno in anno, ma è evidente come le difficoltà continuino a esistere e addirittura ad aggravarsi, al di là di ciò che i numeri raccontano a una prima lettura. Senza andare a effettuare analisi approfondite in questa sede, basta pensare al fatto che la precarietà è ancora una realtà molto radicata su tutto il territorio nazionale, che permangono ancora differenze salariali notevoli e ingiustificate fra uomini e donne che svolgono il medesimo lo stesso lavoro con le medesime mansioni, che i giovani e le aree del Meridione continuano a dover fare i conti con tassi molto elevati di disoccupazione e che la cosiddetta fuga di cervelli è tuttora in atto. Insomma, le problematiche quasi croniche relative al lavoro sono ancora in piedi e si spera che la stagione delle riforme possa portare a significativi cambiamenti anche su questo versante.