22/12/2021 - 2022, STOP AI LICENZIAMENTI NEL PRIMO TRIMESTRE
Il pieno ritorno alla normalità pre-covid è ancora di là da venire ed è un processo graduale che conosce anche, inevitabilmente, qualche battuta d'arresto. La nuova impennata dei contagi, unitamente alla paura che si possa tornare alla situazione dello scorso anno, anche in conseguenza della difficoltà a contenere i danni delle varianti che continuano purtroppo a susseguirsi senza soluzione di continuità, porta i Governi, loro malgrado, alla necessità di adottare soluzioni restrittive che, in molti casi, rappresentano un passo indietro nel percorso di ritorno alla normalità. Per forza di cose il mondo del lavoro vive ancora, di conseguenza, una fase di assestamento che dura ormai da quasi due anni e che sembrava destinata a terminare col tramonto del 2021: in realtà poi, per via delle vicende che hanno caratterizzato le ultime settimane e che hanno spinto i diversi Paesi e fare scelte in generale di carattere conservativo, come l'Italia che ha prorogato lo stato di emergenza fino al prossimo 31 marzo, il mantenimento di situazioni pensate come provvisorie continua. A tal proposito, spicca senza dubbio la scelta operata da molte aziende di ricorrere allo smartworking per tanti lavoratori; allo stesso modo, di notevole importanza la questione legata ai licenziamenti. In particolare, l'introduzione dell'articolo 77 bis del ddl di bilancino 2022, con nuove disposizioni in materia di cessazione dell'attività produttiva tramite l'emendamento del Governo, stabilisce che le aziende con almeno 250 dipendenti potranno effettuare licenziamenti (tanto collettivi quanto individuali) solamente facendo una comunicazione almeno 90 giorni prima della data di risoluzione prevista: di fatto questo implica che, per tali aziende non sarà possibile ricorrere a licenziamenti nei primi tre mesi del 2022.