05/01/2022 - MANOVRA, BENEFICI INEGUALI PER I CITTADINI
"Nonostante il perdurare di difficoltà importanti a livello sanitario e, inevitabilmente, anche a livello sociale, lavorativo e sul versante delle libertà individuali - afferma la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia - e il riaffiorare di dubbi e incertezze forse accantonati troppo presto e con eccessiva superficialità, rimane un grande fermento nel mondo politico per le decisioni da prendere al fine di avviare un processo di crescita economica e di ripresa del Paese che rimane comunque un'operazione assai complessa e per nulla scontata. Gli interventi posti in essere negli ultimi mesi sono stati naturalmente condizionati, e in maniera pesante, dalla pandemia da Coronavirus anche se, poco a poco, ci si sta concentrando anche sugli scenari futuri senza Covid-19 o, quantomeno, con un panorama globale che possa tenere conto di una situazione relativa alla pandemia sotto controllo. A tale proposito assume un'importanza cruciale la manovra di fine anno, come e più di quanto accadeva negli anni passati, proprio per via dell'inevitabile incidenza della pandemia nelle scelte politiche e strategiche. Il 2022 sarà un anno di grande importanza per la ripresa - continua la Dottoressa Maria Emilda Sergio - e la traccia indicata dalla manovra, insieme alle riforme previste, avrà senza dubbio un grande valore".
Mettere in piedi una strategia efficace sul breve periodo e capace di sortire effetti di lunga durata importanti, gettando le basi per la ripresa economica di un Paese in grande difficoltà già ben prima che il Covid sconvolgesse le nostre vite, sembrerebbe una missione impossibile, soprattutto se si considerano i tentativi timidi e con risultati decisamente modesti degli ultimi anni, quando la disoccupazione e le conseguenze della recessione economica avevano avuto un impatto non solo molto forte in negativo, ma anche duraturo, fino a trasformare le difficoltà italiane in problemi cronici. Riforme e cambiamenti non sono mai riusicti a dare al Paese quella svolta invocata da tempo, anche per via della Spada di Damocle rappresentata dall'enorme debito pubblico accumulato. La situazione drammatica generata dalla pandemia ha però spinto i Governi a osare maggiormente rispetto a quanto fatto in passato, mettendo a disposizone delle risprse importanti e mai viste prima: una sorta di scommessa che è al limite dell'azzardo, se si prendono a esempio gli interventi degli anni passati, ma che invece fa capire come se, adeguatamente utilizzate, le risorse a disposizione possono davvero essere un punto di partenza importante per far ripartire il Paese.
Il Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza, racchiuso nell'ormai notissimo acronimo PNRR, è il fulcro su cui poggiano le speranze di ripresa economica italiana, sulla scia dei vari progetti presentati dai diversi Governi all'unione Europea: proprio da Bruxelles infatti arriva una spinta decisa per tutti gli Stati membri, attraverso la messa a disposizione di risorse cospicue per i vari Paesei, a patto che questi rispettino determinate linee guida e punti programmatici. Riuscire a trainare la ripartenza di ogni categoria è parecchio complicato e anche in Italia si stanno iniziando a valutare i vari interventi, analizzando anche quali sono le voci che hanno tratto maggior vantaggio dalle decisioni politiche e quali invece avranno benefici minori. E da queste analisi è emerso come si è deciso di favorire soprattutto i redditi medio-bassi e i nuclei familiari con almeno due figli; meno evidenti, invece, i benefici per le altre tipologie di famiglia, così come per il mondo aziendale. E ci si interroga proprio su questo, sull'efficacia delle strategie di rilancio per il mondo del lavoro, così come sulla necessità di accelerare i tempi per la realizzazione delle varie riforme, a partire da quella del fisco che è stata già instradata dalla rielaborazione degli scaglio IRPEF.
"La manovra è il documento con cui si saluta l'anno che sta per finire e, soprattutto, con cui si indica la via per quello successivo - dice l'Amministratore Univo del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - per cui va da sè che è fondamentale tenere conto delle reali esigenze del Paese. E per quel che concerne il passaggio dal 2021 al 2022 la posta in gioco è altissima, per ovvie ragioni, legate alla pandemia e alla necessità di ridare fiato alla nostra economia. L'impiego corretto e fruttuoso delle grandi risorse figlie del PNRR e degli interventi di matrice europea è il punto focale di quello che si spera diventi un nuovo corso - aggiunge ancora l'Amministratore Unico del Caf Italia - perchè è assolutamente necessario, a nostro parere, cambiare rotta e dare una continuità a investimenti, strategie e riforme che dovrebbero caratterizzare i prossimi anni".