La necessità di reagire di fronte alla grave crisi economica figlia della pandemia da Coronavirus e delle conseguenti difficoltà di carattere sociale e sanitario ha obbligato i Governi di tutto il mondo a mettere in piedi in tempi molto brevi strategie importanti e coraggiose, nella speranza che si rivelino efficaci e non troppo ardite; il nostro Paese chiaramente non ha fatto eccezione e il dispiego di risorse a beneficio di cittadini, imprese, mondo del lavoro e categorie in difficoltà è stato imponente, tanto da risultare senza eguali nella storia recente. Se da una parte tutto ciò è stato salutato con ottimismo e fiducia, perché la necessità di stimolare la crescita economica e l'occupazione è ineludibile, d'altra parte è chiaro a tutti come sia assolutamente indispensabile che tali risorse non possano in nessun modo essere sprecate o male utilizzate, anche perché il quadro generale del Paese non era roseo già da prima e perché la Spada di Damocle del debito pubblico continua a pendere sui nostri conti pubblici, anche se di tale problematica si è parlato poco in questi ultimi due anni, caratterizzati purtroppo dalla pandemia. Ad oggi, sebbene persistano ancora tanti problemi di carattere economico oltre che medico, gli interventi a favore dell'economia sembra stiano dando buoni risultati anche se ovviamente occorre attendere un periodo più lungo per poter fare valutazioni più corrette. Tuttavia, se si registra una crescita importante di voci come redditi e consumi, emerge anche un incremento della pressione fiscale: secondo l'Istat, infatti, nel periodo luglio-settembre 2021 si è registrato un aumento di due punti percentuali. Non si tratta purtroppo di un dato isolato, ma di una costante: il nostro Paese rimane uno di quelli col maggior carico fiscale e con la più alta complessità del sistema fiscale stesso. anche alla luce di queste informazioni, la riforma del Fisco è una delle più urgenti per la salute del Paese.