18/01/2022 - AZIENDE ITALIANE, OSTACOLI ALL'ORIZZONTE PER IL CREDITO
La nuova ondata della pandemia da Covid-19 ha portato con sé nuove e consistenti difficoltà sotto ogni aspetto: dalla necessità di rivedere in senso restrittivo determinate misure inerenti alla vita di tutti i giorni e alle libertà personali fino a un nuovo allarme per il notevole aumento delle cifre relative a contagi, vittime e ricoveri in terapia intensiva, che hanno spinto il Governo italiano (così come quelli degli altri Paesi) a una nuova forte campagna di sensibilizzazione in merito alla necessità di vaccinarsi. I problemi però investono inevitabilmente in pieno anche la questione economica e il mondo del lavoro e si è fatta strada purtroppo una nuova, importante difficoltà per le imprese italiane che riguarda però anche le aziende dei Paesi facenti parte dell'Unione Europea. Se è vero che da Bruxelles sono arrivate risorse fondamentali per i diversi Paesi e che la presenza dell'UE si è rivelata molto viva e importante, è altrettanto vero che esistono delle regole ben precise da seguire e rispettare. Un punto importante del discorso è l fatto che l'Autorità bancaria europea, l'ABE, ha introdotto nuove norme di classificazione del rischio abbastanza stringenti, norme che obbligano le banche a classificare come "forborne" i soggetti che rinnovano la moratoria: tale tipo di classificazione indica in maniera esplicita una situazione di difficoltà di natura finanziaria dell'impresa richiedente, col risultato che un'azienda che rischia di essere identificata come cattivo pagatore sarà in grande difficoltà con gli istituti creditizi. Si tratta in tutto e per tutto di un rischio molto concreto di incappare in una stretta creditzia (fenomeno spesso indicato come "Credit crunch") che, unitamente all'aumento notevole di altri costi, come quello per determinate materie prime e il caro energia, sta generando importanti difficoltà finanziarie a moltissime piccole e medie imprese, con possibili gravi conseguenze per il sistema economico italiano che ha proprio nell'attività delle Pmi il suo cuore pulsante. Si stima infatti che la somma totale dei pagamenti che le aziende di casa nostra faticano a onorare sia compresa fra 25 e 27 miliardi di euro: alla luce di queste considerazioni è evidente come sia necessario e urgente intervenire in maniera efficace per non bloccare un processo di crescita economica che, per l'Italia e per gli altri Paesi, è assolutamente indispensabile in questa delicata fase.