20/01/2022 - AZIENDE E FUTURO, TRA PROGETTI E PAURE
"Gli ultimi due anni rappresentano sicuramente un periodo molto particolare della storia sotto tanti punti di vista - è il pensiero dell'Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - a cominciare ovviamente da quanto accaduto a livello sanitario e che poi ha riguardato in pieno anche gli aspetti economici, normativi e sociali del mondo intero. Il filo conduttore della situazione nel suo complesso è senza dubbio il fatto che abbiano iniziato a vacillare determinate convinzioni che rappresentavano per noi vere e proprie certezze, soprattutto per il mondo occidentale: si pensi al fatto che non poteva minimamente immaginare di poter mettere in discussione, tranne in alcuni casi straordinari, la libertà di muoversi, viaggiare o andare al lavoro, così come non si era presa in considerazione l'idea che una pandemia potesse avere tali ripercussioni su tutti i Paesi, mettendo in crisi sistemi sanitari ritenuti fino ad allora all'avanguardia e pronti a fronteggiare qualsiasi emergenza. E anche a livello economico la situazione può essere definita, senza tema di smentita, traumatica, con moltissime aziende costrette a chiudere i battenti e tante altre alle prese con difficoltà impronosticabili e difficili da gestire. Adesso - aggiunge la Dottoressa Maria Emilda Sergio - si spera che i vari interventi posti in essere dai Governi possano dare i frutti sperati e che anche il mondo del lavoro possa tornare a respirare".
Paura e incertezze muovono l'agire delle aziende in tutto il mondo, con un livello di insicurezza a cui probabilmente nessuna di esse era abituata in passato e fino a poco tempo fa. Ma la pandemia da Covid -19 ha rivoluzionato molti scenari e costretto tutti a fare i conti con qualcosa di assolutamente nuovo e il mondo del lavoro è stato oggetto di cambiamenti epocali: misure come il lockdown e in generale tutti gli interventi restrittivi imposti dai Governi hanno inciso parecchio sulla produttività delle imprese, sul mondo dei consumi e sull'imprenditoria e le ingenti risorse messe a disposizione per tamponare le gravi difficoltà economiche venutesi inevitabilmente a creare non possono sopperire, specialemente nel medio e lugno periodo, ai notevoli cali di fatturato che tale situazione ha generato. Ma se lo spauracchio Coronavirus continua a turbare i sogni delle imprese, si scopre che esso non è il più grande pericolo che le aziende medesime individuano nel proprio lavoro: esistono infatti altre minacce percepite come peggiori da chi fa impresa, come raccontato direttamente dagli stessi protagonsiti del mondo imprenditoriale.
Uno studio accurato avente per oggetto proprio i rischi e le preoccupazioni percepiti dalle aziende in 89 Paesi presi in esame racconta come il Covid - 19 sia tuttora percepito come una minaccia reale, ma non come l'elemento che desta maggiore preoccupazione, collocandosi anzi solamente al quarto posto in graduatoria, sopravanzato dalla paura di catastrofi naturali (terzo posto) e da quella dell'interruzione dell'attività (al secondo posto), oltre che da quello cheviene percepito come il pericolo più grande, vale a dire i rischi informatici. A fornire le risposte richieste diversi professionisti come CEO, risk manager, broker ed esperti assicurativi, con aziende coinvolte operanti in ben 20 diversi settori (Trasporti, Aviazione, Difesa e Spazio, Marittimo e Shipping, Servizi Finanziari, Telecomunicazioni, Ingegneria, Edilizia e Real Estate, Alberghiero, del Tempo Libero e Turismo, Energia e Utilities, Manifatturiero -incluso l'Automotive-, Energie Rinnovabili). Tra le voci che destano preoccupazione troviamo anche i cambiamenti climatici, incendi ed esplosioni, i cambiamenti nei mercati e quelli macroeconomici, la carenza di forza lavoro qualificata, cambiamenti di carattere legislativo e regolamentare.
"I cambiamenti figli delle vicende che hanno caratterizzato gli ultimi due anni sono importanti e avranno sicuramente conseguenze sul futuro del mondo del lavoro - dice l'Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - e già l'anno che è appena iniziato sarà decisivo per quel che riguarda il ritorno a una certa stabilità. Il fatto che le imprese e il mondo produttivo siano pronti a ripartire è assolutamente fondamentale e si spera che le misure fin qui adottate e tutte quelle che verranno messe in atto nei prossimi mesi possano dare la spinta necessaria per far crescere le varie economie. Ogni Paese poi dovrà avere la necessaria lucidità per valorizzare i propri punti di forza e intervenire per correggere e migliorare lacune e debolezze strutturali: per l'Italia sarà indispensabile portare a termine le riforme annunciate e iniziate - conclude l'Amministratore Unico del Caf Italia -