10/02/2022 - SMART WORKING, DECISIVO IL PARERE DEI MEDICI
Molte cose relative alla nostra quotidianità sono cambiate in questi ultimi due anni e il periodo contrassegnato dalla pandemia ha lasciato in eredità anche novità importanti nella concezione stessa del lavoro, novità che probabilmente riguarderanno anche i prossimi anni e che investono diversi comparti del settore produttivo. Tra i cambiamenti imposti forzatamente dal Covid in questo lungo periodo troviamo l'affermazione dello smartworking, ribattezzato spesso come "lavoro agile" e che fondamentalmente si riferisce alla possibilità per i lavoratori di espletare i doveri inerenti alla propria attività lavorativa non recandosi in ufficio, ma da un altro luogo, quasi sempre dalla propria abitazione: questo tipo di soluzione rappresenta una svolta di grande portata per le nostre abitudini, anche se in realtà in molto altri Paesi viene già largamente praticata. Fatto sta che nel periodo caratterizzato dalla pandemia, specialmente nei mesi più critici, la necessità di limitare al massimo i contagi è coincisa naturalmente con l'obbligo di restare il più possibile a casa, con conseguenze inevitbili sul modo in cui riattivare le attività lavorative. Ma se per quel che concerne la scuola si ha una larga condivisione di idee relativamente al fatto che la Didattica a distanza, per quanto utile come soluzione di emergenza, sia però impraticabile sul lungo periodo perchè l'insegnamento in presenza si è rivelato insostituibile, il discorso per il mondo del lavoro è diverso. Sono in tanti a spingere per una soluzione intermedia, ossia per il fatto che sia possibile lavorare da casa in alcuni giorni della settimana per andare in ufficio nei giorni rimanenti: tuttavia a oggi l'unica variabile che consente di lavorare da casa rimane la salute. Il lavoratore infatti può avere diritto allo smartworking solamente in presenza di patologie e condizioni che permettano il riconoscimento della situazione di fragilità, premessa indispensabile per poter richiedere il ricorso al laoro agile; e, come precisato dal recente decreto interministeriale toccherà al medico di famiglia attestare l'esistenza di tali presupposti e, in sostanza, dare il via libera allo smartworking.