Tra i settori che da sempre si considerano come non adeguatamente valorizzati in proporzione a un potenziale sconfinato è opinione comune che il turismo sia ai primissimi posti: il territorio italiano ha già di per sé caratteristiche pressoché uniche, capaci di accontentare praticamente ogni tipo di esigenza e se a questo si aggiunge un patrimonio storico-artistico di primissimo ordine, un'offerta enogastronomica con pochi eguali al mondo e un clima praticamente sempre accessibile unitamente a distanze e dimensioni ridotte, è facile capire come probabilmente tale comparto economico non abbia ancora portato quei risultati che sarebbe lecito attendersi. Negli ultimi due anni, oltre a possibili lacune a livello strategico e programmatico e a una capacità forse non all'altezza nel valorizzare le straordinarie risorse del Paese, il problema più grosso è stato il Covid-19, come del resto è avvenuto in tutto il Pianeta. Il 2022 si spera possa essere l'anno della rinascita per il nostro sistema economico in generale e, anche se ovviamente con ritmi e modalità diversi, di ogni singolo comparto produttivo, dopo il buio degli ultimi due anni: da questo punto di vista, il discorso diventa ancora più importante per quei settori che, proprio come il turismo, hanno dovuto affrontare difficoltà logistiche e oggettive ancora più marcate. In realtà già l'anno appena concluso si è rivelato decisamente interessante per due motivi: il primo, decisamente importante, è la crescita rispetto al 2020, con un aumento delle transizioni digitali pari al 55%, superando quota 11 miliardi di euro; il secondo aspetto da evidenziare è che proprio il digitale sembra essere la strada maestra da seguire per rilanciare un settore ancore decisamente non in salute ma che sta guarendo e che proprio nel digitale sembra aver trovato la migliore convalescenza possibile per riprendere con nuovo slancio e rinnovato entusiasmo un percorso di crescita che può essere davvero di altissimo livello.