17/03/2022 - UE AL LAVORO PER AUMENTARE LA PERCENTUALE DI DONNE DIRIGENTI
"Le disparità di genere rappresentano ancora, purtroppo, una realtà esistente in quasi tutti i Paesi e in tutti i settori - dice la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia - coinvolgendo la politica, il mondo aziendale, i vari settori economici e ogni aspetto della nostra quotidianità. Il tema sta tornando fortunatamente alla ribalta in molte realtà nazionali ma anche in seno all'Unione Europea, tanto che in questi giorni si sta lavorando affinché si possa procedere in maniera congiunta al superamento di determinate condizioni non più accettabili. Non ci si riferisce infatti solamente al persistere di differenze di salario fra lavoratori di sesso diverso che svolgono le medesime mansioni, ma si sposta giustamente l'attenzione - aggiunge la Dottoressa Maria Emilda Sergio - anche sui ruoli dirigenziali e sulle sproporzioni ancora riscontrabili in tal senso, tanto da spingere i vertici UE a individuare delle percentuali minime da assegnare alle donne".
La questione della continua rincorsa a una partià di genere più volte inseguita, reclamata e mai effettevimente e pienamente raggiunta contina a rivelarsi ostica: un obiettivo che dovrebbe ormai essere stato raggiunto da tempo si sta rivelando particolarmente gravoso in quasi ogni ambito e probabimente resta ancora molto da fare in tal senso, compresa la necessità di operare forzature in termini numerici e di percentuali per incanalare il percorso su una strada che possa finalmente condurre a un traguardo ormai inevitabile. Finchè si parlerà di quote rosa e percentuli minime da riservare alle donne vorrà dire sicuramente che il problemacontinua a esistere, per cui l'auspicio è che diventi naturale assegnare a ogni lavoratore o lavoratrice determinate mensioni e responsabilità solo e unicamente sulla scorta di criteri di merito. Ad oggi però la situazionenon è ancora così evoluta e anche da Bruxelles si ritiene necessario indirizzare tale processo, tanto che negli ultimi giorni i ministri del Lavoro e degli Affari Sociali stanno concentrando le loro energie su una proposta di legislazione che vada in questa direzione.
Andando un po' più nello specifico si sta perseguendo un obiettivo preciso, ossia promuovere e realizzare una situazione di maggiore equilibrio nei consigli di amministrazione: per fare questo, il passaggio iniziale indispensabile è naturamente quello di alzae sensibilmente a percentuale di donne tra le fila dei dirigenti. La direttiva in questione, che prende il nome di #WomenonBoards, si pone vome obiettivo quello di raggiungere entro l'anno 2027 un obiettivo minimo, ossia quello di arrivare almeno al 40% delle posizioni dirigenziali non esecutive detenute da membri del sesso sotto rappresentato, o il 33% se tutti i membri del consiglio sono inclusi. In riferimento alle aziende che non dovessero riuscire a rispettare tali indicazioni, saranno obbligate ad applicare criteri chiari inequivocabili e formulati in modo neutrale quando nominano o eleggono gli amministratori. Altra cosa molto importante da evidenziare: non spetta alle aziende, bensì agli Stati membri, scegliere tra i due obiettivi del 40% per gli amministratori non esecutivi o del 33% per tutti i membri del consiglio.
"In molti casi la disparità di genere diventa discriminazione, nel nostro Paese come in molti altri - è quanto afferma l'Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - e queste situazioni non possono chiaramente più essere tollerate per alcuna ragione. Anche se siamo contrari a qualsiasi tipo di forzatura e sappiamo che il merito dovrebbe essere il criterio decisivo nella nomina dei dirigenti ma anche nell'assegnazione dei posto di lavoro, ci troviamo di fronte al persistere di forme di discriminazione che non possono essere accettate. Di conseguenza, ben venga l'imposizione di percentuali minime, ma solo a patto che tali misure rappresentino un mezzo per arrivare a un fine più importante. Siamo fiduciosi - conclude l'Aministrator Unico del Caf Italia - riguardo al fatto che in pochi anno ogni discriminazione basata sul sesso, così come su qualsiasi altro pregiudizio razziale, religioso e di qualunque altro tipo, sarà finalmente e definitivamente superata".