08/04/2022 - UE E STATI, CONTINUA IL BRACCIO DI FERRO CON I COLOSSI DELLA RETE
"In un mondo sempre più globalizzato e in cui la realtà virtuale è ormai il cuore pulsante del commercio e dell'economia - dice la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia - poiché il Web è il terreno privilegiato su cui avvengono trattative, scambi, acquisti, ricerche di ogni genere e a qualsiasi livello, senza limitazioni di sorta, non è facile stabilire regole certe e inequivocabili da far valere senza indugio, anche in conseguenza del continuo mutare delle situazioni connesse a tali attività. Gli sforzi compiuti negli ultim anni dai vari governi, in collaborazione con organismi sovranazionali (in primis l'Unione Europea), per cercare di arginare in qualche modo la sempre più spiccata anarchia che regola tale universo particolare e, di conseguenza, lo strapotere dei colossi del Web, sta portando a risultati notevoli ma che ancora non sono considerati soddisfacenti Siamo certi - aggiunge l'Amministratore Unico del Caf Italia - che la linea del rispetto rigoroso delle regole sarà perseguita con determinazione, nell'interesse dei cittadini e della legalità".
L'Unione Europea continua nel braccio di ferro contro i giganti della rete, decisa a non mollare di un centimetro in questa lunga, estenuante ma importntissima battaglia. L'obiettivo è quello di normalizzare una situazione che per molti anni è andata avanti senza regole precise prima e senza la neessaria forza e determinazione per farle rispettare poi, lasciando i governi e i contribuenti inermi al cospetto dello strapotere delle multinazionali che dominano il mercato e che di fatto si muovono su un terreno particolare, sfuggendo con grande abilità a lle norme consuete e alla morsa del Fisco. Sulla scorta di queste premesse ogni passo avanti compiuto nel tentativo di scalfire e ridimensionare il potere di tali colossi aziendali va tenuto in grande considerazione, come ad esempio l'accordo di trilogo. con protagonisti Parlamento europeo, consiglio e commissione, avente come oggetto il testo finale del regolamento Digital Markets Act (Dma).e risalente allo sorso 24 marzo: con tale accordo, in sostanza, si stabiisce che i grandi monopolisti di Internet, vale a dire nomi altisonanti come ad esempio Amazon, Apple, Facebook e Google, non potranno più dettare regole private, ma dovranno garantire la parità di accesso ai servizi online offerti dalle piattaforme.
Questo tipo di intervento rientra nella più ampia strategia internazionale volta a far rientrare in tutto e per tutto l'operato di tali grandi imprese nel quadro di norme chiare e ineludibili: in tal caso, in particolare, si mira a ridurre fino a eliminare le pratiche di mercato considerate maggiormente sleali che contraddistinuogno determinate aziende, in special modo quelle che finiscono col creare o rafforzare vere e proprie barriere ai danni di altre società nel tentativo di favorire un processo di contendibilità dei vari servizi digitali. Con il nuovo regolamento si vuole finalmente provare ad affrontare le conseguenze negative figlie di alcuni comportamenti delle piattaforme che fungono da «guardiani» digitali del mercato unico: sono quelle piattaforme che hanno un impatto significativo sul mercato interno, anche in considerazione dei grandi numeri considerati nei criteri, e che fungono da porta d'accesso per gli utenti commerciali per raggiungere i clienti e che inevitabilmente finiscono per godere, ora o in futuro, di una posizione consolidata e duratura. Tale potere finisce per conferirne un altro, ad esso strettamente connesso, ossia quello di stabiire regole proprie, condizionando in maniera sleale e pesante il mercato.
"La creazione di norme chiare e fondate sul valore dell'equità - dice l'Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - unitamente alla necessaria fermezza nel far sì che vengano pienamente rispettate, rappresentano un punto di riferimento indispensabile in ogni contesto sociale ed economico, per cui è giusto intervenire in tal senso se questo consente di favorire una concorrenza corretta e leale, a tutto vantaggio della legalità nonchè dei cittadini. Il potere di chi ha una posizione predominante sul mercato non può essere considerato indiscutibile nè tali situazioni possono essere valutate come immutabili, per cui i governi nazionali e l'Unione Europea dovranno continuare a mettere in chiaro come le regole devono sempre essere rispettate. Siamo certi - conclude la Dottoressa Maria Emilda Sergio - che presto la situazione generale si normalizzerà in tal senso e che il mutato panorama normativo diverrà il riferimento sicuro e indiscutibile da cui ripartire".