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25/05/2022 - ANCORA STOP PER L'APPLICAZIONE DELL'ALIQUOTA MINIMA INTERNAZIONALE

I grandi cambiamenti in una materia come quella fiscale sono sempre abbastanza complessi e macchinosi, non solo nel nostro Paese, dove da tanti anni si spinge per la realizzazione di una riforma ineludibile e urgente, ma anche a livello internazionale, specialmente quando sono direttamente interessati le posizioni e i guadagni di autentici colossi imprenditoriali. Andando un po' più nello specifico, si tratta dei giganti del web e in generale di quelle multinazionali che, sfruttando vuoti normativi o leggi non adeguate alle grandi innovazioni avvenute nella società, agendo prevalentemente in rete continuano ad aggirare le imposizioni fiscali con grave danno alle economie dei Paesi in cui, effettivamente, operano e guadagnano. In particolare, in questio giorni il braccio di ferro fra la volontà da parte di OCSE e UE di apportare le doverose novità al Fisco internazionale e la ritrosia dele grandi aziende si rricchisce di un nuovo capitolo, poichè da Strasburgo arriva l'ok sul recepimento nell'Unione europea dell'aliquota minima al 15% per le multinazionali con almeno 750 milioni di euro di fatturato stabilita all'interno dei negoziati Ocse per la riforma del fisco internazionale. Strasburgo dà quindi il via libera a Bruxelles e il Parlamento Europeo ha deciso di invocare la creazione di un monitoraggio sull'implementazione della direttiva: si tratta di un incarico di estrema importanza e decisamente delicato, da affidare al gruppo del codice di condotta in materia di tassazione delle imprese del Consiglio dell'Ue, il gruppo di esperti che monitora i regimi fiscali potenzialmente dannosi dei paesi membri. Si attendono sviluppi, nella speranza che pesto si possa arrivare a completare quei passaggi necessri per dare una svolta di maggiore equità al sistema fiscale internazionale.