30/05/2022 - PARTITE IVA, COVID AUTENTICO CICLONE
Gli effetti nefasti della pandemia da Coronavirus sul sistema economico mondiale sono noti a tutti e ogni singolo Paese sta cercando di ripartire e di mettere in atto strategie efficaci in tal senso. Per molti Governi, cone quello nostrano, è fondamentale poter contare sul sistegno dell'Unione Europea e in generale su 8na serie di misure che non hanno eguali nella storia recente: il lavoro sarà lungo e pieno di difficoltà e sarà indispensabile raggiungere alcuni obiettivi concordati con Bruxelles e, a tal fine, rendere concrete anche le importanti riforme in attesa di realizzazione da anni. In questo contesto di cambiamento e di progettualità tesa finalmente a riforme strutturali e che ha come obiettivo anche il lungo periodo, emergono sempre alcune criticità legate al mndo del lavoro, derivanti purtroppo anche da scelte non sempre felici in merito alle tipologie di forme contrattuali poste in essere, argomento che purtroppo ha generato parecchia confusione e ha favorito anche attuazioni pratiche spesso al di fuori degli inquadramenti previsti dalla legge. Tra i lavoratori sicuramente più in crisi da questo punto di vista troviamo coloro che hanno scelto o sono stati er certi versi costretti a optare per la Partita Iva, soluzione che non di rado ha generato situazioni delicate che hanno avuto molti strascichi anche in tema di cause di lavoro, denunce e accettazione da parte dei lavoratori di proposte decisamente poco ortodosse. Relativamente alla pandemia però in questi giorni è balzato agli occhi un altro dato particolarmente preoccupante, vale a dire un vero e proprio crollo dei redditi dichiarati: nel 2020 si registra infatti un calo di circa 6 milioni di euro, con una contrazione dell'1,1% dei redditi da lavoro autonomo e del 19% per i redditi da impresa. A rendere pubblici questi numeri è il report a firma del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell'Economia, documento che evidenzia come nel 2020 si sia registrato un aumento solo dei redditi da pensione, cresciuti del 2%, accompagnato però da un calogeneralizzato degli altri, pari all'11% dei redditi d'impresa, al10% di quelli da partecipazione, all'8.6% quelli da lavoro autonomo e all'1.6% quelli da lavoro dipendente.