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19/07/2022 - AUTORICICLAGGIO, CRIPTOVALUTE NON IMMUNI

Da quando hanno fatto la loro comparsa sul mercato, tra dubbi e diffidenze di vario genere che in realtà ancora persistono, le criptovalute sono diventate rapidamente un fenomeno che ha attirato sempre più l'attenzione di tutti, non solo degli esperti di economia e di finanza. Col tempo l'equiparazione al denaro ha assunto diversi significati e ancora oggi si susseguono teorie e affermazioni costantemente in evoluzione: si tratta di un problema complesso che non può essere analizzato e approfondito in questa sede, ma che ha risvolti che interessano in maniera diretta anche il sistema fiscale. Ad esempio, nei giorni scorsi è arrivato un chiarimento importante da parte della Corte di Cassazione, II se.pen.,mediante la sentenza n. 27024/2022: i giudici hanno evidneziato infatti come l'acquisto di criptovaluta è a tutti gli effetti un'attività speculativa perseguita dal Codice Penale all'articolo 648 ter. 1., che vuole evitare che il denaro sporco possa inquinare il circuito economico. In conseguenza di ciò, procedere all'acquisto di bitcoin utilizzando i guafdagni di un reato compiuto configura la fattispecie di autoriciclaggio. Per il soggetto che si macchia di tale reato, secondo la Cassazione, scatta dunque il carcere, anche per via di una considerazione che fa la differenza, ossia che la moneta virtuale può essere acquistata contando su un aspetto molto rilevante, vale a dire un elevato livello di anonimato, per poter essere poi impiegata sì come mezzo per effettuare dei pagamenti, però anche a fini di risparmio oltre che per investimenti.