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24/08/2022 - PRESSIONE FISCALE, CRESCITA RECORD IN 15 ANNI

"La lista di cose da fare per dare modo al Paese di crescere con costanza e decisione è sicuramente molto lunga e composita - dice la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia - e comprende anche interventi strutturali e profondi in settori di cruciale importanza, dal lavoro alla Pubblicazione Amministrazione, dalla Giustizia al Fisco. E proprio in relazione a quest'ultima voce sono attese novità di grande portata, con una riforma che attende ormai da tantissimo tempo di essere realizzata concretamente. Le misure da adottare sono in fase di discussione, ma ciò che è certo è che si dovrà puntare con grande determinazione verso alcuni obiettivi fondamentali: equità, trasparenza e sostenibilità sono tra i più importanti e non sarà facile riuscire a far quadrare le cose in un settore da sempre particolarmente complicato, cercando al contempo - aggiunge la Dottoressa Maria Emilda Sergio - di ottenere risultati sempre più significativi contro reati fiscali quali evasione ed elusione".

La necessità di intervenire in maniera ampia e profonda su un sistema fiscale considerato da tempo non in linea con la nuova realtà sociale ed economica del Paese è chiara praticamente a tutti, così come è chiaro che non è agevole mettere in piedi una riforma attesa da anni e su cui sono riposte enormi aspettative. Di sicuro però, anche se a piccoli passi, qualcosa si sta muovendo: al momento niente più che movimenti atti a preparare il terreno, visto che comunque permangono numerose e importanti criticità con cui dover fare obbligatoriamente i conti. Uno de problemi cronici che purtroppo continua ad affliggere il sistema-Paese è la questione della pressione fiscale che attanaglia imprese e cittadini e che, di contro, non garantisce quel livello di servizi e prestazioni pubbliche che potrebbe in qualche modo aiutare ad accettare tale peso di tasse e imposte con meno riserve e obiezioni. Il dato preoccupante aggiuntivo, che si affianca a quello assoluto, è che la tendenza in atto è una crescita della pressione fiscale medesima che sembra inesorabile, costante e inarrestabile.

Effettuando una valutazione di ampio respiro, si nota come su un periodo lungo, che va cioè a coprire gli anni dal 2005 al 2021, la pressione fiscale in Italia sia cresciuta praticamente di ben 4 punti percentuali, passando dal 39% al 42,9%. E il tutto senza miglioramenti significativi dal punto di vista della crescita di beni e servizi e, in generale, senza passi in avanti dal punto di vista del benessere e in ambito occupazionale. Il dato italiano, infatti, genera polemiche e discussioni pur non essendo in assoluto il più alto in ambito europeo: basti pensare che in Belgio si attesta al 43,1% e che Francia e Danimarca fanno segnare addirittura, rispettivamente, il 45,4% e il 46,5%. Tuttavia, nei tra Paesi citati i livelli di assistenza e servizi sono molto più avanzati rispetto a quanto accade nella realtà italiana; allo stesso modo, il livello di Welfare di Stati come Svezia, Finlandia e la vicina Austria è decisamente superiore al nostro, nonostante tali realtà nazionali presentino una pressione fiscale addirittura inferiore al 42,9% italiano.

"Mettere in piedi una riforma del Fisco che possa realizzare quei principi fondamentali più volte evidenziati - dice l'Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - non è cosa da poco: tuttavia tale processo di cambiamento non può più essere rimandato. Il Paese vive una fase davvero delicata, occorre trovare le risorse necessarie per una crescita economica che non può essere fallita. Prima di tutto occorre continuare a centrare gli obiettivi previsti dal PNRR e dare il via a una stagione di rinnovamento che dovrà gettare le basi per l'immediato futuro. Il tema del Fisco e della pressione fiscale continua a rappresentare un'urgenza - aggiunge l'Amministratore Unico del Caf Italia - e anche al riguardo serve una strategia precisa ed efficace per cambiare le cose".