15/09/2022 - EUROPA, SALARIO MINIMO DA GARANTIRE
Gli ultimi 2-3 lustri hanno purtroppo messo in evidenza il fatto che, anche in una regione con una ricchezza generale decisamente superiore alla media, ossia l'Europa, esistono determinati periodi storici in cui gravi crisi economiche possono mettere a dura prova la tenuta di sistemi economici in apparenza intoccabili e solidissimi. La recessione invece ha creato situazioni di instabilità diffusa che riguardano praticamente tutti i Paesi dell'Unione e, naturalmente, i due anni di pandemia mondiale hanno rappresentato un ulteriore dimostrazione in tal senso. La necessità di mettere in atto una ripresa economica importante va di pari passo con quella, altrettanto stringente, di tutelare il popolo dei lavoratori attraverso la garanzia di preservare alcuni diritti fondamentali, a partire da quello legato allo stipendio. A tal proposito è tornato proprio di attualità in questi ultimi giorni il discorso relativo al salario minimo europeo, argomento sempre più caldo tanto a Bruxelles quanto nelle diverse realtà politiche nazionali. L'obiettivo è quello di garantire ai lavoratori europei un tenore di vita considerato perlomeno dignitoso, sulla scia di un lungo processo di miglioramento avviato negli ultimi anni e che ha conosciuto un passaggio importante con la Direttiva dell'Unione Europea sul Salario minimo, concordata a giugno con il Consiglio: tale provvedimento ha come scopo proprio quello di migliorare le condizioni di vita e di lavoro di tutti i lavoratori europei, promuovendo al contempo i progressi in ambito economico e sociale. Il testo, inoltre, provvede a individuare i requisiti considerati essenziali per l'adeguatezza dei salari minimi garantiti, così come stabilito dalle leggi nazionali e/o dai contratti collettivi. L'obiettivo dichiarato è quello di migliorare in maniera concreta, in tal modo, l'accesso effettivo dei lavoratori alla tutela garantita dal salario minimo.