06/10/2022 - PARADISI FISCALI, LISTA AGGIORNATA
La definizione "Paradiso fiscale" riguarda quei Paesi dotati di un sistema di tassazione talmente basso o addirittura nullo da attrarre grandi capitali stranieri, protetto anche da sofisticato sistemi di segretezza. Nell'ambito di un tentativo sempre più marcato di regolarizzare e rendere trasparente al massimo grado il sistema fiscale a livello sovranazionale, è fisiologico individuare in tali Paesi una minaccia a tale processo. Di conseguenza, se dopo la fine del secondo conflitto mondiale i paradisi fiscali avevano un'accezione anche positiva, nel tempo le cose sono decisamente cambiate e, specialmente negli ultimi anni, in maniera anche drastica. Oggi la lista dei Paesi considerati dei paradisi fiscali è chiamata black list, ossia lista nera, e viene aggiornata con regolarità dai soggetti che vedono in tali realtà nazionali delle concrete minacce al rispetto delle norme esistenti in un ambito molto delicato come quello della tassazione. Ad oggi ai 9 Stati già presenti in tale lista, ossia Samoa americane, Figi, Guam, Palau, Panama, Samoa, Trinidad e Tobago, Isole Vergini americane e Vanuatu, se ne aggiungono altri 3, vale a dire, Anguilla e isole Turks e Caicos: questa la decisione di Bruxelles, peraltro già nell'aria, confermata da Ecofin. I tre nuovi Stati vanno dunque ad aggiungersi a quelli precedentemente presenti e che non hanno provveduto a fare quanto richiesto dal Forum OCSE sulle pratiche fiscali dannose, ossia implementare le riforme indicate: il totale dice quindi 12 Paesi in lista nera. Accanto a tale elenco ne esiste un altro, la cosiddetta lista grigia, che reca i nomi di Paesi chiamati a rispettare gli impegni presi con l'Unione Europea in merito alle riforme da portare a termine in ambito fiscale: da tale elenco escono Tunisia e Bermuda e ne fanno parte invece Belize, Isole Vergini britanniche, Costa Rica, Hong Kong, Israele, Giamaica, Giordania, Malesia, Russia, Qatar, Thailandia, Turchia e Vietnam.