17/10/2022 - IN CALO ANCHE IL LAVORO IN NERO
La pandemia ha rivoluzionato e sconvolto le abitudini del nostro Paese e del mondo intero, non solo dal punto di vista sanitario e per quel che concerne l'impatto psicologico, ma anche e in maniera molto significativa relativamente al mondo del lavoro. Riguardo a tale argomento emerge come le difficoltà generali e diffuse in ambito occupazionale abbiano colpito anche una fascia particolare, vale a dire quella che va a comporre la quota (ancora, purtroppo, significativamente troppo alta) di lavoratori non regolari. La lotta al sommerso, stando ovviamente solo ai numeri assoluti, viene quindi in qualche modo aiutata dal periodo di enorme difficoltà che, su spera, è stato messo alle spalle, ma è altrettanto ovvio che dietro alla fredda precisione dei numeri di nasconde ben altro e che lo soluzioni per combattere l'economia sommersa devono essere ricercate altrove. Tornando ai numeri, l'ISTAT li rende noti evidenziando come nel corso del 2020 le attività legali abbiano superato leggermente i 17 miliardi di euro e quelle irregolari abbiano superato i 157 miliardi di euro, facendo sì che si arrivasse a un totale di quasi 174 miliardi e mezzo di euro: tradotto in termini percentuali, si registra un crollo pesante rispetto all'anno precedente, superiore al 14%, con l'incidenza sul Prodotto Interno lordo che scende al 10,5%. Altro dato molto significativo è quello relativo al numero di persone che ricorre al lavoro irregolare, numero che per la prima dal 1995 si attesta sotto le 3 milioni di unità. Le informazioni rese pubbliche dall'Istituto Nazionale di Statistica devono quindi segnare un punto di partenza importante, perché sarà fondamentale cogliere senza indugi l'opportunità del sostegno economico fornito dalle misure post Covid per operare una riforma del lavoro coraggiosa e necessaria, a cui abbinare una riforma fiscale in grado di sostenere e appoggiare i cambiamenti necessari.