25/11/2022 - POVERTA', IL PROBLEMA PERSISTE
"Il biennio dominato, nostro malgrado, dalla pandemia da Covid ha duramente colpito le certezze di tutti da ogni punto di vista, con ripercussioni importanti - dice la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia - sotto ogni aspetto, da quello sanitario a quello psicologico, da quello economico a quello sociale. Sebbene il peggio sua ormai, fortunatamente, alle spalle, i problemi lasciati in eredità da tale periodo sono ancora da affrontare e risolvere, mentre quelli che già esistevano e di sono aggravati, devono essere combattuti con ancora maggior vigore ed efficacia. Tra questi, indubbiamente, merita molta attenzione quello relativo si livelli di povertà della popolazione. Purtroppo - aggiunge l'Amministratore Unico del Caf Italia - la situazione presenta ancora forti criticità in tal senso con tante persone che vivono in Italia in condizioni di forte indigenza".
Lo spettro della povertà continua ad aleggiare sul nostro Paese ancora adesso e continua a fare paura anche in considerazione dei numeri, trasmessi in seguito a diversi studi dedicati al fenomeno, e divulgati nelle ultime settimane. In relazione al 2021, per esempio, si parla di oltre 5 milioni e mezzo sldi persone in Italia in condizioni di povertà assoluta e, fra queste, troviamo poco meno di 1 milione e mezzo di bambini; utilizzando dati percentuali si scopre che il dramma in questione investe quasi il 10% delle famiglie che risiedono sul nostro territorio nazionale. Si tratta di dati assolutamente allarmanti e giustamente definiti di grandissima gravità, di fronte ai quali occorre agire in fretta per trovare misure e soluzioni efficaci. Per poter intervenire in maniera concreta e poter raggiungere risultati positivi occorre conoscere a fondo il fenomeno in oggetto, a partire dal fatto che esistono diversi tipi di povertà e che nel nostro Paese sta diventando sempre più complicato emanciparsi da una situazione di partenza difficile, così come avere un lavoro non dà di per sé la garanzia di uscire da una situazione di indigenza.
Un aspetto da approfondire è quello della cosiddetta povertà, che si può tradurre come il rischio, sempre più ricorrente purtroppo, di rimanere intrappolati in situazioni di vulnerabilità economica per quei soggetti che provengono da un contesto familiare economico fragile; allo stesso modo, coloro che si trovano sulle posizioni più svantaggiate della scala sociale faticano moltissimo ad accedere a livelli superiori. E va sottolineato un altro aspetto molto significativo: molte persone in situazione di povertà assoluta riescono anche a lavorare saltuariamente, altre ancora sperimentano pure una certa continuità di impiego ma percepiscono redditi decisamente inadeguati. Anche alla luce di tali informazioni appare in maniera sempre più chiara la necessità di intervenire in modo profondo e strutturato sul mondo del lavoro.
"Gli interventi messi in atto dallo Stato hanno indubbiamente rappresentato delle misure fondamentali in una situazione generale di emergenza - sono le parole dell'Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - ma se bonus, sostegni, una tantum e soluzioni di tale portata hanno consentito a migliaia di aziende e privati cittadini di restare a galla in un momento drammatico, non possono però essere individuati come interventi di ampio respiro e di lungo periodo per un Paese da rilanciare come il nostro. Occorrono progetti seri e di vasta portata per una riforma strutturale del mondo del lavoro - conclude la Dottoressa Maria Emilda Sergio - secdi vuole davvero invertire la tendenza e avviare una nuova fase della storia del Paese".