La pandemia è stato un evento epocale che ha purtroppo segnato il mondo intero, con gravi ripercussioni sia a livello sanitario che per quel che concerne le questioni economiche. L'universo del lavoro ha vissuto situazioni drammatiche praticamente in tutti i Paesi, tanto da rendere necessario il sostegno massiccio da parte dei vari Governi per far sì che tante aziende potessero ancora sopravvivere. In questo quadro particolarmente complicato le difficoltà preesistenti sono state ovviamente acuite e alcuni Paesi, come anche il nostro, hanno auvto bisogno di aiuti pubblici più consistenti per via proprio di un quadro generale che già prima del Covid era abbastanza delicato. Proprio in riferimento all'Italia, le categorie che da sempre evidenziano maggiori difficoltà sono quelle che più hanno visto complicarsi la propria situazione in questi due anni caratterizzati dalla pandemia e la via della ripresa continua ad essere tutt'altro che facile e per nulla scontata, nonostante i cambiamenti in atto. Andando un po' più nello specifico, prendendo in considerazione gli anni dal 2019 al 2021, si nota come alcune categorie in particolare abbiano dovuto prendere atto di un vero e proprio crollo dei propri redditi, crollo che si concretizza in una perdita che arriva addirittura fino al 35% per le donne (soprattutto se con un figlio) e per gli under 40. Le lavoratrici e i giovani, quindi, continuano a rappresentare una fetta della popolazione che sconta problemi che sembrano essere cronici nel nostro Paese, con difficoltà di vario genere, da salari poco adeguati a contratti quantomeno discutibili: queste informazioni, semmai ce ne fosse ancora bisogno, evidenziano una volta di più la necessità di adottare misure adeguate per far ripartire il mondo del lavoro tout court, senza però trascurare al contempo l'esigenza di misure appropriate per le categorie, le zone e i settori maggiormente in difficoltà, intervendo sia nell'ambito della riforma fiscale sia per cambiamenti strutturali nel mondo del lavoro.