05/05/2023 - UE, IL REATO DI CORRUZIONE AL CENTRO DEI DIBATTITI
"La corruzione rappresenta una tipologia di reato sempre più insidioso e dannoso per ogni Stato e anche per i Paesi intesi come parte dell'Unione Europea - dice la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia - e naturalmente ritorna, in determinati periodi, prepotentemente al centro delle discussioni e delle analisi dei vari Governi. L'epicentro di tale dibattito è ovviamente Bruxelles e proprio in tale sede - aggiunge l'Amministratore Unico del Caf Italia - prendono corpo idee e possibili soluzioni per contrastare in maniera sempre più efficace tale problema. Nei prossimi giorni vedremo quali proposte sono destinate ad affermarsi".
La parola d'ordine, in materia di anticorruzione dalle parti di Bruxelles, potrebbe essere a breve ben definita: a quanto sembra dalle ultime indiscrezioni, dovendo puntare su un termine in particolare, converrebbe optare per "armonizzazione". L'Unione Europea si propone con sempre maggiore autorevolezza e determinazione ad assurgere a guida per tutti i Paesi dell'Eurozona, al fine di mettere in piedi un pacchetto di norme condivise, per fare chiarezza e unire le forze al fine di sconfiggere un nemico tanto subdolo quanto vivo nel panorama europeo. Per favorire la riuscita di questo ambizioso obiettivo e al fine di rendere più efficaci possibili le misure da adottare, si punterà con decisione ad una linea comune che interessi i diversi Paesi, anche al fine di agire con maggiore severità e fermezza: una legislazione il più possibile condivisa e l'istituzione di un'apposita autorità in ogni Stato saranno alcuni dei punti fondamentali della questione.
Uno dei punti cardine di quella che mira a essere una vera e propria svolta nella lotta al fenomeno corruzione è l'ampliamento stesso del concetto legato a questo reato, che arriverebbe a comprendere anche l'illecito arricchimento, il tentativo di corruzione, il traffico di influenze, oltre all'appropriazione definita indebita e all'abuso di funzione; sarà parimenti da valutare anche l'eventuale ostruzione alla giustizia. Un cambo di marcia notevole e improntato a una maggiore durezza, dunque, con l'idea di portare le pene minime a essere comprese fra quattro e sei anni, per inquadrare come gravi e seri questi crimini e consentire alle forze di polizia di poter combattere tali reati con strumenti adeguati. L'opera di armonizzazione passa poi attraverso una condivisione del concetto di "aggravante", da applicare ad esempio nel caso in cui tali crimini vengano compiuti da funzionari pubblici; inoltre, cambiamento di prospettiva in arrivo anche per quel che concerne l'immunità ai parlamentari, che si punta a revocare, così come in generale per il concetto di impunità, che si mira a ridimensionare in maniera sensibile.
"Quella che si prospetta all'orizzonte è una piccola grande rivoluzione in un ambito assai delicato e di estrema importanza per il futuro dell'Unione ma anche per il presente, sia a livello europeo che per gli Stati membri - afferma l'Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - e crediamo che tale cambiamento, peraltro di vasta portata, sia sicuramente opportuno, forse addirittura doveroso se davvero si vuole puntare alla crescita economica e a quella etica dell'Unione Europea. Continuare a sottovalutare fenomeni di questo genere, dalla corruzione all'evasione fiscale, considerandoli come mali minori o addirittura inevitabili, significa favorire reati fortemente dannosi e atteggiamenti criminali che hanno conseguenze dirette e indirette davvero molto gravi, per cui ben venga un'evoluzione in tal senso, improntata a una maggiore severità - conclude la Dottoressa Maria Emilda Sergio - per combattere con maggiore efficacia queste situazioni e dare al futuro dell'Europa un nuovo volto e nuove prospettive".